Il leader del Cremlino Dmitri Medvedev scava un solco sempre più ampio verso il suo potente premier e ingombrante mentore Vladimir Putin con la sua prima intervista ad un giornale russo: non solo per la scelta simbolica di «Novaia Gazeta», il giornale di opposizione dove lavorava Anna Politkovskaia, ma anche per la svolta in tema di democrazia, che «non si può contrapporre al benessere e alla stabilità» e che, in quanto concetto universale, afferma Medvedev, «non ha bisogno di riabilitazione».
Affermazioni apparentemente banali ma che rappresentano invece una presa di distanza dalla elastica concezione putiniana della democrazia, da subordinare secondo il premier alla stabilità e da adattare comunque alle condizioni della Russia. In linea, insomma, con quanto teorizzato dall'ideologo cremliniano della precedente presidenza Putin, Vladislav Surkov, secondo il quale la democrazia deve essere gestita dalle autorità.
«Ritengo che in nessun modo si possa contrapporre una vita stabile e senza problemi ai principali diritti e alle principali libertà politiche. Non si può contrapporre la democrazia al benessere», ha sottolineato Medvedev, sconfessando l'idea dominante negli ambienti governativi durante il boom economico dell'era Putin.
Ma Medvedev si è spinto oltre, sostenendo che la democrazia in Russia non ha bisogno di «riabilitazione» a causa della percezione negativa che tanta parte della popolazione ha avuto di essa dopo i profondi cambiamenti degli anni Novanta. Il punto è, ha precisato il presidente russo, «che per molti cittadini russi i difficili processi politici e soprattutto economici degli anni Novanta hanno coinciso con l'avvento delle principali istituzioni democratiche nel nostro Paese, e per loro tutto ciò ha rappresentato un periodo molto difficile, che ha lasciato un'impronta sulla percezione stessa del concetto di democrazia». Ossia democrazia uguale instabilità e povertà, un'equazione usata da Putin in campagna elettorale contro l'opposizione liberale.
Medvedev ha confermato che non prenderà la tessera del partito putiniano Russia Unita, dicendosi a favore di un presidente non affiliato ad alcun partito.
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