«Meglio i cioccolatini con la Moratti che i politici cioccolatai»

Inciucio col sindaco? Penati replica ai Ds e alla Margherita

Gianandrea Zagato

Filippo Penati è ferocemente tranchant, «a chi dice che quello con il sindaco Letizia Moratti è un incontro da baci Perugina rispondo che sono meglio i cioccolatini dei cioccolatai della politica». Giudizio netto e deciso, impietoso che il presidente della Provincia dedica ai vertici ambrosiani della Quercia e della Margherita. Valutazione di uno che se ne intende e che è indisponibile a subire accuse di inciucio e trasformismo con Letizia Moratti siano esse firmate dai Ds Franco Mirabelli e Pierfrancesco Majorino che dai Dl Andrea Fanzago e Nando Dalla Chiesa.
Uscita, quella dell’inquilino di Palazzo Isimbardi, che accelera, tra l’altro, il problema di un rinnovamento della classe dirigente del centrosinistra, «quella che adesso tende a negare il valore del dialogo e del confronto, dopo aver cercato di radicalizzare lo scontro in campagna elettorale». Messaggio più che esplicito e accompagnato da una spiega definitiva, «non c’è nessun inciucio, ma l’accettazione della sfida di una nuova stagione politica in atto a Milano e in Lombardia».
Come dire: «Il cambio della fase politica in atto non dipende da atteggiamenti personali o politici di Roberto Formigoni e di Letizia Moratti rispetto al tema del rapporto con l’opposizione e la minoranza» bensì «da un fatto: si è andato erodendo una parte rilevante del consenso per il centrodestra». Traduzione: a Milano e in Lombardia, il centrosinistra, ha comunque perso, si è interrotto «il processo di recupero della capacità competitiva iniziato nel 2002» e, sorpresa, Letizia Moratti ha «intercettato il cambiamento d’umore e la voglia di cambiamento». Ergo, «i milanesi chiedono alle amministrazioni di confrontarsi sui temi caldi della loro vita per trovare soluzioni efficaci, chi non considera questo un valore sbaglia». Errore di chi, quindi, «privilegia interessi di bottega a quelli pubblici, dei cittadini».
Virgolettati pesanti come pietre che non hanno alcuna replica mentre, rimarca Penati, ci sono le premesse per collaborazioni istituzionali per «costruire su alcuni temi sistemi di governo d’area vasta». Silenzio di tomba alle critiche del presidente della Provincia sottoscritte pure dalla componente più riformista della Quercia, quella che attende il rimescolamento della segreteria di via Vipacco. Segreteria già commissariata - o «affiancata», come definiscono loro - con il triumvirato Penati, Antonio Panzeri e Erminio Quartiani: rinforzo per imprimere una svolta con la consapevolezza della sconfitta ma pure con l’occhio rivolto al futuro e che, con ogni probabilità, significa l’uscita di scena del duo Mirabelli & Majorino.
E anche la Margherita preferisce non commentare la replica di Penati. Decisione assunta nonostante l’insoddisfazione verso la gestione della segreteria milanese guidata da Dalla Chiesa e la vaghezza del cambio di marcia impresso da Andrea Fanzago al gruppo consiliare dell’Ulivo.

Ragioni più che sufficienti però a Roberto Caputo, consigliere provinciale, che potrebbe riservare una sgraditissima sorpresa: l’uscita dal partito incapace di mettere Milano sulla scena politica. Risultato che invece lega Penati a Letizia Moratti.

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