Se il rugby fosse ancora il rugby e gli uomini fossero ancora uomini, domani pomeriggio Martin Castrogiovanni - il leone di San Siro, il pilone azzurro che ha piegato la mischia degli All Blacks - sarebbe in campo a Londra a prendersi la rivincita. Perchè sul verde di Twickenham la Nuova Zelanda conclude la sua invitta tournee europea affrontando i Barbarians, il superclub ad inviti che raccoglie (o raccoglieva) il meglio del rugby mondiale. E una volta qualunque club al mondo avrebbe considerato un onore impagabile vedere un suo giocatore indossare la maglia bianca e nera con ai piedi (come da tradizione Barbarian) i calzettoni con i colori della squadra di origine.
Invece i tempi sono cambiati, la dura legge del professionismo si fa sentire, e sono sempre più numerosi i club che rifiutano ai loro giocatori il permesso di andare a coprirsi di gloria con un'altra maglia. Castrogiovanni gioca nei Leicester Tigers, prima divisione inglese, che domenica prossima affronteranno un rivale storico, i London Wasps. Secondo i comunicati ufficiali dei Tigers, Castrogiovanni non sarà in campo contro le «vespe» londinesi. Eppure dal suo team è arrivato il divieto: niente Barbarians, niente seconda sfida con la prima linea neozelandese. Si può solo immaginare come l'abbia presa Martin.
Ma l'Italia ci sarà lo stesso, a riprova di quanto di buono è stato fatto vedere nei test match di novembre, e dell'assoluto livello internazionale di una parte dei giocatori azzurri (almeno nel pacchetto di mischia). Convocato sarebbe stato sicuramente Sergio Parisse, terzalinea e capitano dell'Italia, se i legamenti crociati del ginocchio non lo avessero tradito alla vigilia del match con le Samoa. Ma ci saranno Salvatore Perugini, anche lui pilone, e Carlo Antonio Del Fava, che costituirà la seconda linea dei Barbarian insieme al capitano del club a inviti, il sudafricano Victor Matfield. Perugini e Del Fava andranno ad allungare la lista degli italiani chiamati a indossare la maglia bianconera a partire dal lontano 1988 quando Stefano Bettarello sdoganò per la prima volta la pallaovale italiana.
Di fronte (ore 15,30, diretta su La7) i Barbarians si troveranno una Nuova Zelanda che nel corso del suo giro d'Europa ha confermato l'inesauribile fertilità del suo vivaio, portando in campo un numero impressionante di giovani destinati a costituire l'ossatura della squadra che ospiterà nel 2011 la Web Ellis Cup, la coppa del mondo di rugby. Se la prestazione degli All Blacks a San Siro ha deluso molti, la freddezza con cui i neozelandesi si sono liberati di impegni ben più gravosi come quelli contro Francia e Inghilterra ha confermato la profondità del divario tra il rugby europeo e quello dell'emisfero sud. Un rugby, quello neozelandese, che può permettersi di rottamare a soli ventisei anni un mostro come Joe Rokocoko, il figiano naturalizzato che era considerato l'erede naturale di Jonah Lomu, e che non è stato neppure convocato per la tournee europea.
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