Marisa de Moliner
Troppo costosa e poco vantaggiosa. Non ne vale la pena. La Macedonio Melloni liquida così il problema della Ru486, ma non rinuncia allaborto farmacologico. Sperimenterà il Cytotec, senza fretta però. A settembre ne chiederà lautorizzazione ma partendo con cautela da una sperimentazione più tranquilla che non scatenerà polemiche e dubbi etici.
Dopo le vacanze, il primario della Seconda unità operativa dOstetricia e ginecologia, Mauro Busacca, chiederà alla direzione generale e al comitato etico del Fatebenefratelli, da cui la Melloni dipende, di sperimentare il Cytotec per indurre il parto. E un parto difficile, anzi non andato a buon fine, è quello dellutilizzo dellormai notissima pillola Ru486. Lidea infatti è abortita, come spiega il professor Busacca: «Qualche mese fa alcuni medici non obiettori hanno presentato alla direzione generale la richiesta di utilizzare la Ru486 nelle interruzioni di gravidanza. Ma si è deciso di rinunciarvi». Per qualche remora di carattere morale? «No - risponde il professor Busacca -, daccordo con il mio collega Piero Capetta, direttore della Prima unità operativa dOstetricia e di ginecologia, ho deciso di soprassedere per il momento perché lospedale avrebbe dovuto comprarla allestero. Un acquisto che avrebbe comportato costi enormi. E raffrontando costi e benefici ci siamo resi conto che non era assolutamente conveniente, perché la Ru486 non fornisce grossi vantaggi e dà complicazioni importanti». Si chiude così, almeno per ora, la sperimentazione della pillola abortiva alla Macedonio Melloni. «Anzi dellutilizzo - precisa il professor Busacca - perché non è corretto parlare di sperimentazione nel caso della Ru486. Non cè niente da sperimentare, ci sono già tante pubblicazioni inerenti sperimentazioni avvenute sul territorio francese e non dobbiamo aspettarci niente di nuovo. Ne conosciamo sia le complicazioni sia i successi. Quello della sperimentazione è un escamotage per far entrare lapplicazione dalla porta di servizio».
Ma quanto costa la pillola abortiva? Oltre sessantadue euro cui vanno aggiunte le spese doganali e quelle cliniche. Queste ultime riguardano: esami di laboratorio, visita ginecologica, ecografia, ricovero per la somministrazione dei farmaci, controllo del ginecologo spesso con altra ecografia, ulteriore controllo ambulatoriale dopo circa quattordici giorni con ultima ecografia. Non ci sono, invece, problemi di denaro nel caso della sperimentazione del Cytotec. «Ha costi minimi - spiega Mauro Busacca -, indicato per il trattamento di problemi gastrici e utilizzato per preparare il collo dellutero prima di unoperazione, ha potenzialità in grado di provocare contrazioni uterine ed eventuale svuotamento dellutero al punto che potrebbe essere autorizzato per indurre il travaglio.
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