Meno di mille "contro il regime" La platea di Walter resta vuota

Fiasco della manifestazione Pd per «salvare la Costituzione». Pur di occupare spazio, un palco gigante per l’unico relatore

Roma Erano in mille. Con questo numero Garibaldi ha unito l’Italia, ma il Partito democratico ieri a Roma ci ha riempito per metà piazza Santi Apostoli, che, con tutto il rispetto, è una piazzetta. Per la difesa della Costituzione ci si aspettava forse un po’ di più di una mezza piazzetta. Ma i leader del Pd non hanno commentato. Il palco ieri era solo per Oscar Luigi Scalfaro, oratore unico e applaudito, ma che ha lasciato appesi i Mille: «Solo Scalfaro?», mormorava qualcuno davanti a un palco svuotato.
Ed è proprio alla fine che la magia del palco si è svelata in tutta la sua meraviglia. Già alla manifestazione del Pd al Circo Massimo, lo scorso autunno, i palcologi avevano criticato l’avanzamento del pulpito veltroniano, posto ad almeno un quarto della lunghezza dell’ex stadio romano. Palco invadente, spinto talmente in avanti per far sembrare il Circo più pieno. Ma ieri il miraggio della piazza densa era davvero mirabolante. Il palco di Santi Apostoli «Pd in difesa della Costituzione» si è mangiato metà piazzetta. È stato montato esattamente a metà dei 150 metri dell’ellisse, proprio sulla linea di via del Piombo. E così dal lato dei Mille la piazzetta sembrava se non piena, discretamente affollata. Ma andavi dietro al pulpito e il vuoto si spalancava davanti agli occhi. Settanta metri liberi. Di tutti i palchi del Pd questo di ieri era sicuramente il più sfrontato, il più intimo perché appiccicato alla gente e con l’oratore unico che a inizio discorso sembrava quasi un attore, con quel suo sommesso rivolgersi alla Costituzione con il «tu» dopo un preambolo di note di piano.
Ma nessun incantesimo di palchi mobili e piazze da stadio ieri ha potuto comunque far diventare i mille diecimila. Né dare peso a una manifestazione disdetta e poi confermata, intrecciata all’inizio con il dramma di Eluana ma comunque di alto valore ideale, eppure snobbata dalla piazza in maniera preoccupante. Anzi, la mezza piazzetta in fin dei conti è stata ulteriormente dimezzata dall’Italia dei Valori. Posizione centralissima e splendida per le telecamere, i militanti dell’Idv si sono dati da fare. Via a sbandierare ogni volta che i Mille applaudivano, così che la mezza piazzetta si riempiva dei colori dipietristi quasi più che del verde-bianco degli ex amici-nemici. «Bisogna staccargli il sondino», ha gridato un sanguinario dipietrista riferito a Berlusconi.
Agli altri invece Scalfaro è piaciuto. Non è bastato ma è piaciuto. «Bravo!» gli hanno gridato. «E alla sua età...». Ovazioni quando citava Napolitano. Sul «che Dio vi benedica» che ha chiuso il discorso un uomo anzi ha gridato: «Non siamo tutti sinistrorsi». Va bene, qualche attenta militante commentava che «ha fatto un discorso identico a quello che gli ho sentito alla festa dell’Unità di Caracalla», ma Oscar la mezza piazzetta tutto sommato l’ha tenuta in pugno.
L’hanno applaudito persino quando ha detto che la laicità «me l’hanno insegnata i preti». Non era una piazzetta di mangiapreti quella di ieri. Le magliette di Che Guevara le ha comprate solo qualche giovane, quelle con stampato «una sana e robusta Costituzione» erano ancora lì sulla bancarella. La distribuzione gratuita dell'Unità non è servita a diffondere tutte le copie.
La lacerazione tra storie diverse aveva una sua coreografia non voluta anche tra i dirigenti. Alla destra dell’oratore, accanto al palco illusionista, c’era l’anima cattolica del Pd: l'ex presidente del Senato Franco Marini, Silvio Sircana, Silvia Costa. A sinistra gli ex comunisti, transennati: Giovanna Melandri, Goffredo Bettini, Vincenzo Vita. In ordine sparso Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Anna Finocchiaro. Veltroni invece davanti, ma tra i Mille. È stato lui a pretendere lo schema dell’oratore unico, lui a lasciare tutti fuori dal palco magico. «Sali solo tu e un gruppo di giovani ti sta dietro», ha ordinato al presidente emerito.

«Ma io non rappresento nessuno», ha replicato Scalfaro. «Sicuramente rappresenti me», gli ha risposto Veltroni. E così è stato deciso. Anche se un particolare è sfuggito al copione: le bandierone dell’Idv al centro della platea.

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