«È un mercato ad alto rischio per la salute»

Il presidente del II municipio rinnova l’appello

Valeria Arnaldi

Il provvedimento di sgombero di piazza Navona continua a far discutere, Questa volta, però, a soffrirne le conseguenze sono i romani che non vivono nel I municipio, «dimenticati» dal Comune. È rimasto senza risposta l’appello lanciato, 40 giorni fa, dal presidente del II municipio Antonio Saccone all’assessore capitolino al commercio Cioffarelli, perché provvedesse a risanare il mercato in via Fara Sabina, nei pressi di piazza Vescovio. Più che di una semplice richiesta, si era trattato di un ultimatum: entro un mese, il municipio voleva ottenere se non la riqualificazione, almeno la soppressione di un mercato definito «pericoloso» per la salute, sulla base di verifiche eseguite dai Nas dei carabinieri. «Di certo, l’assessore Cioffarelli è impegnato - dice Saccone - ma è un errore sottovalutare la situazione. Senza l’intervento del Comune, ci mancano, però, gli strumenti per procedere».
Ad impegnare l’assessorato, in modo pressoché esclusivo, negli ultimi mesi, è stata proprio la battaglia contro pittori e artisti di piazza Navona, che, in nome del decoro urbano, sembra aver fatto passare in secondo piano la salute dei cittadini. «La situazione è allarmante - prosegue il mini-sindaco - inviammo le prime segnalazioni al Comune un anno fa. Oggi, le condizioni igieniche del mercato sono tali da poter compromettere la qualità dei prodotti venduti, con inevitabili rischi per la salute degli acquirenti».
Ogni mattina, via Fara Sabina, è occupata da decine di cassette in legno, accatastate, spesso trasformate in espositori dai venditori abusivi di borse o, nei giorni di pioggia, ombrelli. Non mancano bucce, frutta e verdura intera ma ammaccata - troppo per essere acquistata - che, gettata in terra, viene schiacciata dai passanti e sparsa per la strada. Malgrado l’aspetto, però, qui continuano a fare la spesa molti residenti. Per lo più anziane, sole o accompagnate da badanti. La mancanza di strutture a norma e, perfino di acqua, rischia, però, di rendere la passeggiata molto dannosa. La mancanza di igiene può, infatti, essere causa di molte malattie. Ci sono, poi, problemi legati all’inquinamento in una zona molto trafficata, dove, la mattina, sono frequenti gli ingorghi dovuti ai camioncini parcheggiati in doppia fila con le polveri depositate sugli alimenti. La soluzione del problema è a pochi metri dal mercato. «Abbiamo chiesto al Comune di accettare lo spostamento degli stand a via Stimigliano - dice Saccone - dove vorremmo realizzare un’area commerciale a banchi mobili, che non necessita di servizi igienici». Restano, però, questioni da definire. Attualmente, gli operatori sono 23 in via Fara Sabina, 11 all’incrocio con viale Somalia e 6 in via Stimigliano, senza contare gli abusivi. Una volta approvata la creazione del mercato mobile, quest’ultima via potrebbe ospitare una trentina di banchi. Gli esclusi dovrebbero essere trasferiti altrove.

All’obiettiva difficoltà di individuare spazi si aggiungono le proteste dei venditori, pronti a discutere il risanamento dell’area, ma non il trasferimento o il cambiamento dei banchi, per l’acquisto dei quali dovrebbero sostenere spese «ingiustificate, visto che non sono «mai stati venduti alimenti avariati». Almeno fino ad oggi.

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