Marco Morello
«Il mercato immobiliare è in crescita in tutta Italia, con in testa Roma seguita da Milano. Lo dicono i dati». Roberto Carlino, presidente del gruppo Immobildream, non dà credito alle stime diffuse giovedì dal centro di ricerca Cresme che preconizzano un periodo non proprio roseo per tutto il settore, caratterizzato da segnali di crisi soprattutto nella Capitale. Carlino, che gestisce una delle aziende leader nel mercato, descrive invece una realtà priva di tinte fosche.
Presidente, lei a quali dati fa riferimento?
«Potrei citarne tantissimi. Prendo come esempio quelli di Nomisma, che negano lesistenza di una qualsiasi bolla speculativa o di segnali di crollo nel sistema. Anzi, è lopposto: la crescita nel 2007 sarà pari al 5 per cento. Non a caso la società che gestisco si prepara a chiudere il bilancio con un fatturato superiore rispetto allo scorso anno: siamo nellordine di un migliaio di immobili venduti in più».
E gli altri gruppi?
«Confermano questa tendenza. Come riferisce un rapporto pubblicato recentemente dal Sole 24 Ore, quelli che hanno perso sullutile hanno registrato aumenti nei ricavi vicini anche al 10 per cento. Ciò significa che le compravendite sono state maggiori e se non ci hanno guadagnato è dipeso dalla qualità delle case che avevano a disposizione e dal modo poco proficuo in cui hanno lavorato».
Quali fattori allora continuano a determinare questo trend positivo?
«Semplicemente uno: non esiste unalternativa valida al mattone, che rimane il migliore investimento a lungo termine possibile. E questo gli italiani lo sanno».
A suo avviso ci sono intoppi nel sistema?
«Il problema maggiore è che oggi la maggior parte degli acquisti passa per una vendita: chi compra una nuova casa deve prima piazzare la vecchia. Influenzato dai valori affettivi, chiude entrambi gli occhi e finisce per pretendere cifre troppo elevate. In questo modo le transazioni non si possono concludere».
La sua azienda come pone rimedio a questa situazione?
«Lavoriamo quasi unicamente con grandi costruttori, che ragionano secondo meri meccanismi economici e operano su larga scala, potendo così offrire immobili nuovi ai prezzi più competitivi. Diamo poi grande risalto alle nuove centralità».
Può essere più preciso?
«Mi riferisco ai quartieri appena sorti in cui cè praticamente tutto, dalle scuole ai negozi, dai divertimenti ai parcheggi. Lesempio migliore è quello di Parco Leonardo, unoasi pedonale dove ci si può spostare anche in bicicletta, collegata in maniera efficiente e veloce con Roma tramite la metropolitana leggera e lo svincolo dellautostrada. Nuova centralità vuol dire avere tutto questo a portata di mano».
Come giudica invece la crescita del mercato in provincia?
«Credo che sia un fatto naturale: la città continua a espandersi verso sud, verso il mare. Penso a Ostia, che da sempre è considerata un quartiere della Capitale, ma anche a insediamenti che si rafforzano come Aprilia che, pur appartenendo al comune di Latina, dista solo 40 minuti di treno dalla stazione Termini. Spostandosi da una zona allaltra di Roma ci si impiega sicuramente di più. Chi sogna di comprare casa oggi sta allargando i suoi orizzonti, e molto spesso la sua scelta viene premiata. Il vero problema sono gli affitti».
Sono troppo alti?
«Esattamente. Perché buttare via i propri soldi quando con una cifra inferiore si può pagare un mutuo? Penso ai giovani fuori sede che per unabitazione vecchia, con due stanze, cucinotto e bagno spendono ogni mese più di mille euro. Rispetto a dieci anni fa oggi i tassi sono bassissimi, lottanta per cento del costo di una casa si può coprire con un mutuo trentennale.
Unultima domanda: qual è stato il fattore che ha determinato il successo della sua azienda?
«Sono più di uno: lavoro sodo, amo quello che faccio e soprattutto non ho mai dato una fregatura a nessuno».
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