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Meredith, riesame: "Azione coordinata di più soggetti"

Depositate le motivazioni della sentenza che lascia in carcere Raffaele Sollecito e Amanda Knox: "Meredith è stata uccisa da una persona che frequentava: il carnefice aveva le chiavi o è stato fatto entrare dalla vittima". Smontato l'alibi di Sollecito

Meredith, riesame: "Azione 
coordinata di più soggetti"

Perugia - Ritengono che l’omicidio di Meredith Kercher sia stato compiuto "da chi con la vittima aveva una qualche frequentazione" i giudici del riesame di Perugia. Lo si legge nel provvedimento con il quale il tribunale ha respinto il ricorso presentato da Amanda Knox. Un dato "rafforzato" dal "dato significativo" della mancanza di segni di effrazione alla porta di ingresso dell’appartamento di via della Pergola dove è avvenuto il delitto. "Tale elemento - si legge nelle motivazioni - postula che il carnefice non dovette esercitare alcuna violenza per entrare, avendo utilizzato le chiavi o essendo stato fatto entrare dalla stessa vittima".

Inidizi gravi La gravità degli indizi nei confronti di Amanda e Raffaele è stata rilevata dal tribunale del riesame di Perugia nelle motivazioni, depositate stamani, del provvedimento con il quale è stata respinta l’istanza della studentessa americana contro l’applicazione della custodia in carcere disposta dal gip Claudia Matteini. Gravità che secondo i giudici "suffraga e legittima" l’applicazione della misura cautelare per il reato di omicidio aggravato dalla contestualità della violenza di gruppo.

Più di un killer "Rimandano all’azione convergente di più soggetti" i traumi plurimi riscontrati sul corpo di Meredith. In base ai risultati delle analisi compiute dalla polizia scientifica sui reperti trovati nell’abitazione del delitto, i giudici ritengono che a ridosso del fatto vennero occupati entrambi i bagni. Nell’ordinanza si fa riferimento poi a un’impronta di mano sul cuscino accanto alla vittima, risultata di Rudy Hermann Guede. "Può agevolmente concludersi - ha sostenuto il tribunale - che più soggetti erano contestualmente presenti ed ebbero sul momento la necessità di provvedere ciascuno ad una personale pulizia, più o meno riuscita".

Meredith immobilizzata Le ecchimosi e la frattura dell’osso ioide riscontrati sul collo di Meredith Kercher attestano pressioni finalizzate a immobilizzarla. A sostenerlo è il tribunale del riesame di Perugia. "E tutto ciò non poteva che essere funzionale - si legge nel provvedimento - alla violenza sessuale, senza che ciò automaticamente valga a lumeggiare lo scopo ultimo dell’azione". Ricostruendo la scena del delitto e in particolare lo stato nel quale è stata trovata la giovane, i giudici parlano di "strenua e vana resistenza. Il colpo mortale era comunque in arrivo anche perché a quel punto la vittima non avrebbe dovuto parlare. Non si spiega infatti diversamente in quel dato contesto che uno sconosciuto venuto dal nulla avesse bisogno di infierire in quel modo senza motivo".

Il pc spento "Definitiva e insuperabile": così il tribunale del riesame ha definito l’analisi compiuta dalla polizia postale del capoluogo umbro sul computer di Raffaele Sollecito. Secondo i giudici tra le 21.10 e le 5.32 della notte del delitto "non risulta alcuna interazione umana". Sollecito si è sempre dichiarato estraneo all’omicidio di Meredith Kercher sostenendo di essere rimasto in casa e di avere lavorato al computer.

L'arma è il coltello Riguardo l’arma del delitto utilizzata per l’omicidio di Meredith Kercher "non esiste alcun elemento" per escludere l’uso di un grande coltello da cucina trovato in casa di Raffaele Sollecito (con le tracce di Dna di Amanda Knox e Meredith Kercher) secondo il

tribunale del riesame di Perugia. Nelle motivazioni del provvedimento con il quale i giudici hanno respinto il ricorso della studentessa americana si afferma che "l’entità delle ferite dipende dalla forza impressa dal reo".

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