Meridione, in arrivo un’agenzia per gestire i 27 miliardi di fondi

Dopo i primi finanziamenti per la Sicilia, sbloccati già oggi toccherà alle altre Regioni che presenteranno i piani di utilizzo

Roma - Mano tesa e disponibilità sulle risorse e scomunica senza appello per tutte le tentazioni autonomistiche, sia nella versione hard del partito del Sud, sia in quella soft del Pdl Sicilia. Silvio Berlusconi non ha nascosto la strategia per superare l’ultimo intoppo politico prima delle ferie. L’antipasto del piano Sud è quello anticipato mercoledì: lo sblocco di quattro miliardi di investimenti per la Sicilia. Poi - già oggi un giro di tavolo al Consiglio dei ministri e poi la versione definitiva dopo l’estate - il piano completo, che dalle anticipazioni fatte ieri dal premier sarà molto tremontiano, con la creazione di un’agenzia e di una banca per il Mezzogiorno.

L’ente non sarà una nuova Cassa per il mezzogiorno perché avrà soprattutto un ruolo di coordinamento degli interventi per lo sviluppo del Sud. E questa è stata anche l’esigenza che ha ispirato le mosse del governo sui Fas. I quattro miliardi per la Sicilia che saranno sbloccati al Cipe di oggi - spiegavano ieri fonti governative - non sono un premio a una regione, ma una conseguenza del fatto che il governatore Raffaele Lombardo è stato il primo ad accettare l’invito del governo a presentare un piano per l’uso del Fondo aree sottoutilizzate che risponde alle indicazioni del governo: non disperdere risorse e puntare tutto su pochi progetti che vertano su infrastrutture, occupazione e il rilancio della produttività. Paletti messi a punto ieri nel corso di un incontro tra Lombardo e Tremonti.

Altre regioni si sono mostrate disponibili. E non è escluso che anche per loro vengano sbloccati i fondi al Comitato interministeriale per la programmazione economica in tempi brevi. Sono la Puglia (alla quale sono riservati circa 3,1 miliardi di finanziamento) e il Lazio. Con tutta probabilità la prossima riunione del Cipe sarà dedicata alle due regioni guidate dalla sinistra. Le trattative sono ancora in corso per Calabria e Campania.

L’ordine non è condiviso dagli altri governatori, convinti invece che in questa vicenda ci siano stati «figli e figliastri», almeno nella distribuzione dei 27 miliardi dei fondi per rilanciare lo sviluppo delle aree depresse. Per contrastare questa tesi è scesa in campo la Presidenza della regione siciliana, con una nota durissima contro gli altri governatori del Sud che avrebbero voluto lo sblocco dei loro fondi già oggi (il pugliese Nichi Vendola in testa).

Comunque la convinzione del governo è di avere frenato le spinte centrifughe. Resta qualche malumore nella maggioranza. A partire da quelli della Lega Nord, che teme eccessive concessioni al Sud. «Prima vedere cammello poi dare tappeto», ha sintetizzato il ministro alla Semplificazione Roberto Calderoli. «Prima bisogna conoscere i progetti», ha spiegato il leader Umberto Bossi. La condizione è quindi quella poi posta dal governo: basta sprechi di risorse. Poi il Sud non deve esaurire i piani di sostegno: «Devono esserci anche i fondi per la Pedemontana», è l’avvertimento del Senatùr. Grane tutto sommato facili da superare.

Chiarito anche il «giallo» Prestigiacomo che non era stata

invitata al vertice di mercoledì. Si è parlato solo di fondi, mentre ieri il ministro dell’Ambiente ha incontrato il premier a palazzo Grazioli e ha avuto la conferma che le competenze del suo dicastero saranno ripristinate.

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