Meritocrazia e norme anti parentopoli: i punti chiave della riforma Gelmini

Nuove regole di reclutamento per professori e ricercatori, un codice etico, un fondo per premiare gli studenti meritevoli e norme anti parentopoli. Sono alcuni dei punti chiave del ddl Gelmini di riforma dell’università

Meritocrazia e norme anti parentopoli: 
i punti chiave della riforma Gelmini

Roma - Nuove regole per il reclutamento di professori e ricercatori. Un unico mandato (non rinnovabile) di 6 anni per i rettori che, se inadeguati, potranno essere sfiduciati dal Senato accademico. E ancora: l’adozione di un codice etico; un fondo per premiare gli studenti meritevoli e i prof migliori; netta distinzione tra Senato accademico e Consiglio di amministrazione; riduzione del numero delle facoltà (al massimo 12); norme ’anti-parentopolì; risorse distribuite agli atenei in base alla qualità della ricerca e della didattica (se saranno gestite male riceveranno meno soldi) e commissariamento per quelli in dissesto finanziario. Sono questi i punti chiave del ddl Gelmini di riforma dell’università che oggi ha avuto il via libera della Camera ma che dovrà ancora superare il passaggio al Senato per diventare legge. Entro sei mesi dall’approvazione del provvedimento le università dovranno approvare statuti con queste caratteristiche. Queste le principali novità della riforma Gelmini:

CODICE ETICO: Ci sarà un codice etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del ministero.

RECLUTAMENTO PROFESSORI: Per il reclutamento si introduce l’abilitazione nazionale sia per chi vuole diventare associato sia per chi vuole diventare ordinario. L’abilitazione sarà attribuita da una commissione nazionale i cui membri sono scelti tramite sorteggio, sulla base di specifici parametri di qualità fissati dall’ANVUR (Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, ente pubblico vigilato dal ministero dell’Istruzione). I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati. La chiamata attraverso selezioni indette dagli atenei, basate sulla valutazione di pubblicazioni e curriculum. Gli ordinari andranno in pensione a 70 anni, gli associati a 68.

RICERCATORI: Non saranno più a tempo indeterminato. Viene introdotto il cosiddetto sistema di ’tenure-track’: in pratica per i ricercatori ci saranno contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3), al termine dei quali se il ricercatore sarà ritenuto valido dall’ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario, terminerà il rapporto con l’università maturando però dei titoli utili per i concorsi pubblici. Il ddl abbassa l’età in cui si entra di ruolo da 36 a 30 anni con lo stipendio che passa da 1.300 a 2.100 euro. Per gli attuali ricercatori sono previste 4.500 assunzioni come associati. 

NORME ANTI-PARENTOPOLi: Non possono essere chiamati da un ateneo come professori coloro che hanno «parenti e affini» fino al «quarto grado compreso» con un professore che appartiene al dipartimento o alla struttura che bandisce il posto. Tra l’altro, non possono essere chiamati ad insegnare in un ateneo coloro che sono parenti del «rettore, del direttore generale o di un consigliere di amministrazione».

SCATTI DI STIPENDIO: previsti scatti meritocratici di stipendio per professori associati e ricercatori (che erano stati cancellati dalla manovra di Tremonti). Ci sono 18 milioni per il 2011, 50 per il 2012 e altrettanti per il 2013. Gli scatti vanno solo ai prof migliori: in caso di valutazione negativa, si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi.

OBBLIGO PRESENZA DOCENTI: I docenti avranno l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si riproponga il problema delle assenze dei professori negli atenei. I docenti a tempo pieno dovranno dedicare al complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, 1.500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti. Sono disciplinate le incompatibilità.

RICERCATORI IN CATTEDRA: I ricercatori dovranno riservare 500 ore all’insegnamento integrativo e ai servizi per gli studenti. Le modalità vengono decise dagli atenei. Revisione degli assegni di ricerca con un aumento degli importi e abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti.

RETTORI: I rettori potranno rimanere in carica un solo mandato, per un massimo di 6 anni. Il rettore deve rappresentare l’accademia nel suo complesso, perciò è eletto fra i professori ordinari. Se il rettore non ha amministrato in modo adeguato l’ateneo, può essere sfiduciato dal Senato accademico con una maggioranza di almeno due terzi.  

AL MASSIMO 12 FACOLTÀ PER ATENEO: Le facoltà potranno essere al massimo 12 per ateneo e i settori scientifico-disciplinari, attualmente 370, saranno dimezzati. Ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine (di norma in ambito regionale) per abbattere i costi.

UNIVERSITÀ VIRTUOSE: Le università che hanno conseguito stabilità e sostenibilità del bilancio, nonchè risultati di elevato livello nel campo della didattica e della ricerca, potranno sperimentare propri modelli funzionali e organizzativi, comprese diverse modalità di composizione e costituzione degli organi di governo. In base ai risultati conseguiti, quindi, avranno più fondi. Anche gli studenti valuteranno i professori e questa valutazione sarà determinante per l’attribuzione dei fondi da parte del ministero. Gli atenei in dissesto finanziario, invece, saranno commissariati.

RUOLO CDA E SENATO ACCADEMICO: Distinzione netta di funzioni tra Senato accademico e Consiglio di amministrazione: il primo organo accademico, il secondo di alta amministrazione e programmazione. Il Cda avrà un massimo di 3 componenti esterni se i membri sono 11 (2 se sono meno di 11), rappresentanti per lo più del mondo delle imprese. Si aggiungono poi i rappresentanti degli studenti. Il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il Cda ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese, e deciderà anche sull’attivazione o soppressione di sedi e di corsi di studio; potrà adottare provvedimenti disciplinari su professori e ricercatori. Il presidente del Cda potrà essere esterno.

FONDO PER IL MERITO STUDENTI: Sarà costituto un Fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e gestire su base uniforme, con tassi molto bassi, prestiti d’onore. Le borse di studio vengono assegnate per concorso: chi vorrà accedere dovrà superare un test. La Lega ha vincolato il 10% delle borse di studio erogate dalle regioni agli studenti residenti.

MOBILITÀ DEL PERSONALE: Sarà favorita la mobilità all’interno degli atenei ed è prevista la possibilità per chi lavora all’università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.

 

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