La Merkel fa cucù a "Repubblica": confermato il vertice con l'Italia

Il giornale di Ezio Mauro paventava imbarazzi e slittamenti. Secca smentita da Berlino

Roma - Questa volta non è stato Silvio a fare cucù alla cancellie­ra tedesca Angela Merkel. Piut­tosto è stata la leader della Cdu a fare marameo a Repubblica e anche un po’ al presidente del­la Camera Gianfranco Fini. En­trambi avevano descritto un establishment germanico tal­mente imbarazzato dalle vi­cende italiane da aver rinviato sine die il vertice tra i due Paesi. E invece no. Il portavoce di Merkel, Steffen Seibert, ha con­fermato che «secondo l’agen­da della cancelliera, l’incontro bilaterale con Berlusconi si ter­rà il 12 gennaio prossimo». Quello in programma ad apri­le a Hannover era saltato a cau­sa della nube provocata dal­l’­eruzione del vulcano islande­se che aveva bloccato il traffico aereo in Europa. Passi per il presidente della Camera, che nel suo interven­to al Teatro Adriano, non ave­va fatto esplicito riferimento a Frau Angela, sebbene avesse rappresentato al suo uditorio come la propria insofferenza nei confronti del Cavaliere fos­se un atteggiamento condiviso anche in sede internazionale. Ma il quotidiano di Largo Fo­ch­etti ha ancora una volta rive­lato la propria vocazione: offri­re una sponda, con qualsiasi mezzo, a qualunque tentativo di disarcionare il Cavaliere. Il caso Ruby non solo ha riat­tivato il vecchio gioco di spec­chi con la stampa estera per cui si dà voce a tutti coloro che, fuori dai confini italiani, spre­cano fiumi d’inchiostro a di­mostrare che Berlusconi è un­fit , inadatto a guidare l’Italia. A partire dall’ex direttore del­l’ Economist Bill Emmott. Ieri, però, si è inaugurato un nuovo filone, quello dell’«im­barazzo preventivo». Con una corrispondenza da Berlino Re­pubblica evidenziava come le proprie fonti tedesche asseris­sero che «non c’è assolutamen­te nessun programma di rior­ganizzare entro la fine dell’an­no un summit a due ». Il giorna­le di Ezio Mauro ci ricamava so­pra un bel «mondo politico e mediatico tedesco sempre più sconcertato dalle notizie roma­ne », ci spruzzava un po’ di «bunga bunga». E il piatto era bello che pronto: nonostante gli ottimi rapporti, nonostante i floridi scambi commerciali, Berlusconi a Berlino è un ospi­te indesiderato. «Ogni volta che la parte italia­na chiede lumi su una nuova proposta di data per il vertice bilaterale, a volte non racco­glie risposta. Altre volte si sen­te dire che l’agenda della Can­celliera è troppo fitta», scrive­va ieri Repubblica lasciando in­tendere come il Cavaliere fos­se ormai considerato meno del premier della Mongolia o del Costa Rica, mentre ormai Fini è «un ospite applaudito». Falso. Falso. Falso. «Non c’è alcuna ragione per spostare il previsto vertice bilaterale tra il governo tedesco e quello italia­no e uno slittamento dell’in­contro tra la cancelliera Ange­la Merkel e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non è mai stato contemplato», ha precisato Seibert ribaden­do che «le prossime consulta­zioni sono fermamente fissate per il 12 gennaio 2011». Non è un termine a caso per­ché il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari aveva utilizza­to l’avverbio «fermamente» (traduzione del tedesco fest ) per lasciar intendere come la Bundeskanzlerin volesse cuo­cere a fuoco lento Berlusconi senza fissare «fermamente» una data per il summit.

Niente di nuovo sotto il sole? Come detto, il gioco del «passa­parola » con la stampa estera non è una novità e il caso­D’Addario è stato un volano per l’esercizio delle traduzioni e anche per le professioni di an­tipatriottismo. Ma questa vol­ta c’è stata un’escalation, o quanto meno una forzatura, che ha spinto il terreno di batta­glia sul campo diplomatico. La smentita berlinese ha ristabili­to la verità dei fatti.

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