La scelta tedesca di rompere il fronte anti Putin dovrebbe far riflettere per più motivi. Il primo, più banale, è che ha reso di fatto farsesco il tentativo di boicottaggio occidentale delle celebrazioni per la vittoria sul nazismo. Con grande cinismo, e con uno stile inconfondibile nel salvare le apparenze, la cancelliera Angela Merkel ha disertato la grande parata di Mosca per dedicare la giornata successiva ai colloqui con il presidente russo. La Merkel, inoltre, ha ribadito la supremazia tedesca nel condurre le trattative diplomatiche per ricomporre la frattura con Mosca. Non sappiamo se si sia seduta al tavolo anche in nome degli altri partner europei, visto che nel Vecchio Continente la posizione non è univoca, ma di sicuro sappiamo che ha agito nell'interesse dei tedeschi.
La cancelliera potrà non essere simpatica, potrà non piacere, ma a nessuno verrà mai mente di dire che non fa gli interessi del suo Paese. Magari noi avessimo un leader così. Rassegniamoci, noi abbiamo Renzi, i tedeschi la Merkel. La Germania fa sistema: aziende e istituzioni operano assieme all'estero come un caterpillar. L'Italia non fa sistema: ha istituzioni e burocrazia inefficienti che ostacolano le imprese, sia in patria sia all'estero. Ringraziamo il cielo che riusciamo ancora ad andare avanti grazie alle iniziative dei singoli.
La Merkel è perciò andata a Mosca con l'obiettivo di compiere un altro passo per disinnescare la mina Ucraina e far rientrare prima possibile le sanzioni, che sono costate carissime all'Europa. Anzi, sono costate carissime alla Germania e all'Italia. Berlino è il primo partner commerciale della Russia. Da decenni ormai, le due economie si completano in modo straordinario: l'industria pesante tedesca da una parte, le materie prime di Mosca dall'altra. Oggi, circa la metà del consumo di gas in Germania dipende dall'approvvigionamento russo. Così l'interscambio tra i due paesi è salito dai 34,1 miliardi di euro nel 2006 ai 56,3 miliardi nel 2013. Credete sia stato semplice rinunciare a una fetta di questa torta? No, tutt'altro, e l'atteggiamento del governo di Berlino ne è la chiara dimostrazione.
L'Italia ha invece deciso di stare ai margini, con il solito retro pensiero: se non mi muovo non scontento nessuno. E cioè sempre alla rincorsa nel compiacere il potente Alleato d'Oltreoceano, ma allo stesso tempo col tampone in mano per non ferire lo storico e prezioso partner dell'Est. Siamo, infatti, il secondo partner commerciale in Europa della Russia, con un interscambio che toccava i 28 miliardi di euro, subito ridimensionato lo scorso anno a causa delle sanzioni con un calo secco di 5,3 miliardi. E a farne le spese ci sono imprese di tutti i generi, dal lusso agli alimentari. Ma Renzi si è guardato bene dall'andare a Mosca, neppure dopo la grande parata, lasciando che la sola Germania potesse accumulare crediti con il Cremlino.
«La mia visita qui dimostra che la Germania sta lavorando con la Russia e non contro la Russia», ha detto la Merkel con lungimiranza. Parole che pesano, infatti, non solo nel presente ma anche nei giorni a venire. Mosca non dimenticherà la mano tesa di Berlino nel momento del suo massimo isolamento diplomatico. E quando la crisi ucraina rientrerà, anche se il futuro non è così prevedibile, la riconoscenza si riverserà sulla Germania e le sue imprese. Complimenti alla Merkel, un piccolo capolavoro.
D'altronde, di che possiamo lamentarci noi italiani? Non contiamo nulla a livello internazionale, e abbiamo pure paura di contare. Siamo abituati a raccogliere le briciole, come nella parabola evangelica del ricco e di Lazzaro, ma per l'Italia non ci sarà il lieto fine né il regno dei cieli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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