Politica

Messa in latino: sono i «papaboys» di Ratzinger

Andrea Tornielli

da Roma

A Colonia saranno tremila, provenienti un po’ da tutto il mondo e anche questo è un effetto dell’elezione di Joseph Ratzinger quale successore di Giovanni Paolo II: sono nati i «papaboys» tradizionalisti. Papaboys in (quasi) tutto, entusiasti di prendere parte alla kermesse in Germania per il primo grande incontro dei giovani con il nuovo Papa, ma rigorosamente fedeli alla messa antica celebrata in latino secondo il rito di San Pio V. Seguiranno per tutta la durata dell’evento preghiere e riti preconciliari, ma si uniranno a tutti gli altri per accogliere Benedetto XVI e parteciperanno alla messa secondo il nuovo rito che il pontefice celebrerà in chiusura della Giornata mondiale della gioventù.
Il movimento dei papaboys tradizionalisti si chiama «Juventutem» (gioventù), e i suoi promotori spiegano che la parola è stata tratta dalla formula latina che inizia la vecchia messa, laddove si dice che «Dio rallegra la mia giovinezza». I giovani cattolici «old style» hanno già un plurilingue sito internet (www.juventutem.com) dove raccolgono adesioni per Colonia. Il primo gruppo di fondatori erano alcuni ragazzi della comunità brasiliana di Campos, formata da ex lefebvriani rientrati nella piena comunione con Roma tre anni fa. Ma l’iniziativa si è estesa e si è creato un vero e proprio movimento.
Un segnale significativo del fatto che i tempi sono cambiati è dato dall’accoglienza che «juventutem» ha avuto. La diocesi di Colonia, guidata dal cardinale Joachim Meisner - buon amico e grande elettore di Ratzinger - e il Pontificio consiglio per i laici, hanno infatti assegnato al gruppo tradizionalista una grande chiesa della città dove ogni mattina alle 7.30 i giovani potranno assistere alla Messa preconciliare. «Vogliamo incontrarci con gli altri giovani cattolici - spiegano gli organizzatori di Juventutem - e condividere il nostro particolare carisma. Vogliamo condividere con gli altri la ricchezza della nostra tradizione liturgica e dottrinale. La tradizione alla quale siamo legati non è un fossile che deve stare esposto in una vetrina ma un patrimonio straordinario che dobbiamo imparare a far conoscere e amare».
Sul loro sito internet i giovani del gruppo rispondono a molte obiezioni: non c’è dubbio infatti che proprio certe liturgie celebrate nel corso delle ultime Giornate della gioventù avevano attirato numerose critiche da parte del mondo tradizionalista. I ragazzi sperano che certe esperienze del passato non si ripetano ma sono anche convinti di dover rischiare, uscire dal ghetto dove i seguaci del vecchio rito sono relegati (o si sono relegati) e far conoscere la bellezza dell’antica liturgia. All’ultima Gmg, celebrata a Toronto nell’estate 2002, aveva partecipato un gruppo di giovani ucraini di rito greco-cattolico, che seguivano quotidianamente la loro «divina liturgia». A questo precedente si richiamano ora i ragazzi di «juventutem» per far capire che la pluriformità di riti nella stessa Chiesa va considerata una ricchezza. Sul sito è anche segnalato che tre cardinali (l’americano Francis George, arcivescovo di Chicago, Francis Arinze, Prefetto della Congregazione del culto divino e George Pell, arcivescovo di Sydney) e otto vescovi accompagneranno i papaboys tradizionalisti nei giorni di Colonia e terranno per loro delle catechesi.


Piccoli e grandi segnali del fatto che oggi sul trono di Pietro siede un Papa che ha sempre manifestato una grande sensibilità per la liturgia ben celebrata, come dimostra l’e-mail che Benedetto XVI ha inviato al responsabile dell’associazione tradizionalista Una Voce di Bolzano, «benedicendo» l’iniziativa di celebrare due messe secondo il rito preconciliare a Longomoso e Maria Saal.

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