RomaLa Cgil si mette di traverso sia sulla partecipazione dei lavoratori agli utili dimpresa, sia sulla trattativa per il nuovo contratto dei metalmeccanici. Al ministero del Welfare Maurizio Sacconi incontra le parti sociali per incominciare il negoziato che, entro due mesi, potrebbe portare a un avviso comune sulla partecipazione dei lavoratori agli utili delle loro imprese. «Tutte le parti sono disponibili al negoziato - osserva il ministro - e lavoreranno per individuare le modalità di partecipazione agli utili e al capitale». Ma un primo distinguo arriva dal segretario della Cgil, Guglielmo Epifani: «La priorità è la crisi, questa ideologia degli utili non va bene». Da parte sua, la Confindustria non ha messo «paletti», pur confermando la netta distinzione fra partecipazione e cogestione: sì alla prima, netto no alla seconda. In ogni caso Sacconi avverte che il negoziato non deve rappresentare «un grimaldello per proseguire il conflitto con altri mezzi».
Già al primo incontro, infatti, si complica il confronto sul contratto dei metalmeccanici. La Fiom-Cgil si è presentata al tavolo con una piattaforma diversa - «un foglietto con quattro slogan», lha definita il direttore generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli - in cui si chiede di sospendere fino al 2011 il nuovo modello contrattuale. Le imprese non lhanno presa in considerazione, e la Fiom ha abbandonato il tavolo annunciando «adeguate iniziative di lotta». Differenti anche le richieste economiche: contratto biennale da 130 euro per la Fiom, triennale da 113 euro per Fim e Uilm. I leader dei metalmeccanici della Cgil, Gianni Rinaldini e Giorgio Cremaschi, chiariscono immediatamente che sul contratto separato «sarà scontro», sostenendo che la piattaforma Cisl-Uil non ha il consenso della maggioranza dei lavoratori. «Il negoziato con le sole Cisl e Uil è un segnale molto preoccupante - dice Epifani - e temo che questo avrà delle conseguenze». Ma per Federmeccanica, con gli scioperi la Fiom si autoesclude dalla trattativa.
Per il segretario cislino Raffaele Bonanni lunica cosa importante è che i lavoratori escano dalla crisi «contando e guadagnando di più». E con Cisl e Uil si schiera lUgl: «Siamo sulla stessa linea, limportante è chiudere presto il contratto».
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