Il metodo «Sweet End» presto anche in Europa e Asia

Il metodo «Sweet End» presto anche in Europa e Asia

WELLINGTON, 10 aprile 2078. Brevettato tre anni fa a Wellington, in Nuova Zelanda, e applicato dall’inizio del 2077 in quel Paese, il modello «Sweet End» verrà presto esportato in Europa e Asia. Lo hanno comunicato i vertici della SE Nodoubt Co. di Auckland, specificando che alcuni esperti della multinazionale di problem solving sono già al lavoro fra Madrid, Roma, Oslo, Pechino e Nuova Delhi.
«Slow End» è il metodo di «uscita» preferito da manager, politici, star multimediali, fattrici e fattori interplanetari neozelandesi. Di che cosa si tratta? Dopo che il cliente ha scelto la strategia ritenuta più confacente fra le tre proposte, cioè scandalo sessuale, intercettazioni di messaggistica e squilibri mentali invalidanti, un pool di esperti realizza il piano adatto a una graduale uscita di scena che garantisca la messa a riposo al minimo del Salario di Sopravvivenza ma senza pene corporali né detentive.


L’ultimo in ordine di tempo a usufruire dei servigi dell’azienda di Auckland è stato Lino Bohassah, dal 2062 al 2066 governatore centrale a Christchurch e fino a un mese fa amministratore della ABZ, il principale network del Paese. Per la sua «uscita» sono bastate sette persone: le tre ragazze infiltratesi nella dépendance della sua villa, un amico della moglie, un fattorino che ha collocato le microtelecamere e due testimoni prezzolati.

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