Metro C: via libera dal Tar

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Tiziana Paolocci

Via libera alla Metro C. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato da Italia Nostra e Cesia che chiedevano la sospensione del bando di gara per la realizzazione della nuova linea. «Non sussistono i presupposti per disporre l’accoglimento dell’istanza incidentale di sospensione dell’atto impugnato tenuto conto in particolare del preminente interesse nazionale alla sollecita realizzazione dell’opera» hanno spiegato i giudici della seconda sezione.
Di fatto, quindi, possono partire i cantieri per realizzare l’opera e regalare alla capitale un sistema di trasporto più efficiente e capillare. La decisione del tribunale amministrativo è stata accolta con entusiamo dal sindaco Walter Veltroni e dal Coordinamento Romano Pendolari. «Con il giudizio indipendente e autorevole dei magistrati amministrativi - ha dichiarato Veltroni - sono stati riconosciuti la correttezza del procedimento ed il rigore tecnico dell’azione del Comune: un’azione avviata da lungo tempo, verificata sotto ogni aspetto, convalidata dal ministero delle Infrastrutture, dalla Regione e dal Cipe, giunta finalmente alla fase realizzativa». Il Cipe ha già approvato la variazione del soggetto aggiudicatore del finanziamento per la realizzazione della Linea C. Originariamente compariva il Comune mentre ora Roma Metropolitane srl (che ha comunque come socio unico il Comune) e ieri la società ha reso noti i nomi delle 10 aziende invitate a partecipare alla gara. L’inizio dei lavori, però, è previsto per marzo 2006, anche se sono stati aperti alcuni cantieri per lo spostamento dei sottoservizi, con somma delusione di Italia Nostra. «Prendiamo atto della laconica decisione del Tar, che ha fatto riferimento alla legge sulle grandi opere, senza dire il perché non era da accogliere la nostra richiesta di sospensione del bando di gara - ha dichiarato Emanuele Montini, legale dell’associazione -. Ci diamo appuntamento con costruttori, Legambiente e con gli altri enti competenti all’udienza in cui il Tar entrerà nel merito del nostro ricorso. Finalmente quel giorno i giudici diranno chi ha ragione e chi ha torto». «Hanno prevalso la ragione ed il buon senso, oltreché il diritto - controbatte Stefano Vinti, legale di Roma Metropolitana -. Le censure proposte da Italia Nostra erano inammissibili perché non erano rivolte alla protezione di interessi ambientali e contestavano il merito del progetto, senza averne titolo». Alla decisione del Tar ha brindato anche il Coordinamento Romano Pendolari. «Una buona notizia che permette di coltivare nuove speranze per un futuro migliore nel trasporto romano - ha detto il coordinamento -. Adesso è necessario proseguire nella realizzazione di una nuova cura del ferro, utilizzando tutti gli strumenti e le capacità risultanti dalla collaborazione di Regione, Provincia e Comune. Ulteriori polemiche strumentali, celate sotto una parvenza di interesse per il bene pubblico, rischiano soltanto di ostacolare il progresso e il benessere della cittadinanza». Legambiente punta invece sull’incentivazione del sistema metropolitano per liberarsi dalla morsa dell’inquinamento.

«Roma ha bisogno di quest’opera - hanno spiegato il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta e quello di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati - e ha bisogno di interventi per disingorgare la città. La metro, lo sosteniamo da tempo, è uno di questi ma certamente non l’unico: le misure da mettere in campo sono tantissime».

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