Cronaca locale

Metro, un guasto al giorno. "Aumenta solo il biglietto"

Forza Italia: "Il servizio è sempre più scadente". Sindacati: "Salari bassi, molti operai vanno via"

Metro, un guasto al giorno. "Aumenta solo il biglietto"

«Lunedì mattina caldo per i milanesi e i pendolari che utilizzano i mezzi pubblici: la linea M2 è stata bloccata da Famagosta per l'ennesimo guasto tecnico. Guasto che si aggiunge a quello di domenica sulla M1 tra Sesto FS e Sesto Marelli e a quello di sabato sera con la M2 ferma tra Assago Forum e Famagosta. Purtroppo il servizio è sempre più scadente e ridotto a causa del taglio delle corse, messo in atto sia in superficie che nelle metropolitane, per l'incapacità aziendale nel reperire personale per i salari da fame che offre e per gli adeguamenti inesistenti ai contratti in corso - polemizza Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino -. L'amministrazione green del PD chiede ai milanesi di utilizzare il trasporto pubblico, ma non è in grado di investire nella manutenzione, di garantire la sicurezza a bordo e nelle stazioni, riuscendo solo ad aumentare le tariffe».

Cos'è successo ieri mattina? Un guasto ad un binario a Porta Genova risolto dai tecnici Atm in circa 40 minuti. La circolazione è stata riaperta con la limitazione di viaggio a 10 km orari, in attesa che il binario venga sostituito nella notte. Sabato, invece, la circolazione è stata interrotta per un problema a uno scambio tra Assago e Famagosta. Atm fa sapere che è in corso un massiccio piano di rinnovo della M2 che prevede interventi sulla rete aerea (già completata sul ramo che corre esternamente), rinnovo dei binari (in corso sul ramo Cascina Gobba e Gessate), e azioni per abbattere le barriere architettoniche. «Tutti gli interventi, propedeutici all'installazione di un nuovo sistema di segnalamento, permetteranno di rendere ancora più efficiente il servizio».

«C'è un problema che segnaliamo da tempo - attacca Franco Fusca del coordinamento Rsu Atm -. I salari da fame dell'azienda fanno sì che gli operai scappino da Atm: i manutentori, pagati 1.200 euro al mese, a fronte di un lavoro solo notturno trovano lavoro altrove o tornano al Sud». Il trend degli ultimi 3/4 anni è di una decina di lavoratori, tra autisti e armatori che si dimettono, con il picco di dicembre di 33 dimissioni. «I salari troppo bassi per affrontare la vita a Milano fanno sì che molti lavoratori, tra cui gli autisti stiano lasciando l'azienda per andare a lavorare, grazie alle patenti professionali nelle ditte di trasporti e di consegne - ribadisce Roberto Errante della Uil trasporti - dove non sono sottoposti a turni, non lavorano week end e festivi e vengono pagati di più, oltre a non avere le responsabilità civili e penali di un autista Atm». «Sono centinaia gli autisti che stanno lasciando l'azienda - lancia l'allarme Alberto Beretta del coordinamento Rsu Atm - rischiando di far morire il settore. Va bene investire nei bus elettrici, ma chi li guiderà? I lavoratori stanno emigrando in Ferrovie dello Stato, Trenord, Enel e a2a».

Proprio sul tema dei salari, si rischia di andare verso un nuovo sciopero.

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