«In mezz’ora»: più che un’intervista un interrogatorio alla Vishinski

La signora Annunziata rivendica il diritto «a casa sua» (la Rai «casa occupata» dalle sinistre ma pagata con i soldi di tutti gli italiani) di condurre le interviste come le pare. Cioè lanciare accuse all’intervistato e poi impedirgli di rispondere. Un metodo che più che a un’intervista assomiglia agli interrogatori di Vishinski durante i processi staliniani. L’Usigrai e Fassino («abbiamo la Rai?») plaudono alla signora perché non fa le interviste in ginocchio.


Chissà se l’Annunziata rimarrà in piedi anche quando intervisterà Fassino e gli chiederà dello scandalo Ds-Unipol, con relativo «abbiamo una banca?», delle candidature nepotiste diessine e ancor peggio delle candidature, sempre nelle liste Ds, di personaggi per i quali la magistratura ha chiesto il mandato di cattura? E chissà se l’Annunziata, quando intervisterà Prodi, gli chiederà conto della famigerata seduta spiritica, delle sue regalie e svendite (quando era presidente dell’Iri) a favore dei gruppi industriali e finanziari proprietari dei giornali che oggi lo sostengono (Corriere, Stampa e Repubblica), delle leggi ad personam che lo hanno salvato dalle inchieste giudiziarie, di quel che è realmente accaduto fra lui, Di Pietro e Scalfaro al tempo di Mani pulite?

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