Diego Luigi Marin
Rossa e sportivissima, ammiccava in copertina una Giulietta Alfa Romeo, sogno proibito di tanti italiani di allora. Furono in centomila, nel febbraio del 1956, a lustrarsi gli occhi con la prima copia di Quattroruote: 80 coloratissime pagine a 300 lire, per l'abbrivio di un fenomeno editoriale, riferimento di un'industria che avrebbe presto conosciuto il boom, ma soprattutto testimone puntuale e sincero dell'evoluzione di una società intera e dei suoi costumi. La Bibbia dell'automobile compie oggi 50 anni, vissuti affermando la passione del suo creatore, l'editore Gianni Mazzocchi, che aveva voluto una testata totalmente diversa da tutte le altre pubblicazioni motoristiche, convinto com'era che stesse per tramontare «l'epoca in cui gli uomini si dividevano in quelli che hanno e in quelli che non hanno l'automobile». Sulle strade del '56 e sui 485 km autostradali, tutti a una sola carreggiata, circolavano 200mila vetture, e, seppure lo stipendio di un operaio difficilmente superava le 40mila lire, l'idea era chiara: l'auto doveva diventare «per tutti un mezzo per vivere meglio». Con Quattroruote, ecco l'automobile farsi icona dei desideri possibili, per trasformarsi poi nel segno compiuto di una mobilità finalmente acquisita, e, in parallelo, nello strumento principe di affermazione sociale. Dice il direttore Mauro Tedeschini: «Non solo Quattroruote si è imposta da subito come "la" guida per l'automobilista, ma ha immediatamente agito da pungolo nei confronti delle case automobilistiche e delle istituzioni. La prima battaglia vinta ha riguardato i listini chiavi in mano: una conquista rivoluzionaria per allora, dopo essere riusciti a convincere innanzitutto Fiat, che deteneva l'80 del mercato, a bandire i prezzi esca».
Oggi la rivista, che mai ha abbandonato la connotazione originaria, è divenuta un articolato sistema che coniuga la testata ammiraglia (480mila copie vendute ogni mese e quasi 4 milioni e mezzo di lettori) con una rosa di prodotti editoriali, da Ruoteclassiche, destinata ai cultori delle vetture d'epoca, a AutoPro, rivolta agli autoriparatori, passando per Vendo&Compro, vetrina d'inserzioni delle auto d'occasione. «Possiamo vantarci - aggiunge Tedeschini - di abbinare la valenza di una testata fatta per piacere al grande pubblico con il ruolo, riconosciuto, dello strumento di lavoro, riferimento attendibile per l'intera comunità dell'automobile: dai listini del nuovo alle prove su strada, dalle quotazioni dell'usato ai pezzi di ricambio, dalla tecnica ai servizi a corollario».
Forte di un museo con la collezione delle 40 auto storiche possedute dal fondatore, un centro prove con circuito di collaudo usato anche per i corsi di guida sicura, due studi fotografici e una fornitissima banca dati contente tutto il materiale delle case automobilistiche, del sistema Quattroruote fanno parte anche il portale internet, che registra ogni mese 25 milioni di pagine visitate, i prodotti software per i professionisti dell'auto, e, soprattutto, un formidabile archivio che racconta la storia dell'automobile attraverso riviste, foto, memorabilia: in tutto, oltre 39mila oggetti a ripercorrere un'intera vicenda umana, economica e culturale. Ci sono, poi, le edizioni all'estero, con la Russia che sta per aggiungersi a Cina, Romania e Serbia.
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