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Il mezzo secolo dell'Uomo ragno

"Miglior portiere dell'anno" dal 1989 al 1991, Walter Zenga ha giocato 328 volte con la maglia numero uno dell'Inter, vincendo lo scudetto dei record (1988-89). Come allenatore prima di Catania e Palermo ha lavorato negli Usa, in Romania, in Serbia, in Turchia e negli Emirati Arabi. Il suo sogno è quello di sedersi sulla panchina nerazzurra

Il mezzo secolo dell'Uomo ragno

Milano - Per chi tifa Inter è difficile non ricordare con affetto Walter Zenga, portierone nerazzurro per molte stagioni (328 presenze dice l'almanacco). Oggi l'Uomo ragno - così era soprannominato dalla Curva nord del Meazza - compie 50 anni. Eletto per tre volte consecutive "miglior portiere dell'anno", dal 1989 al 1991 (nel 1990 ricevette anche il premio di "portiere dell'anno" dall'Uefa), tra i suoi vanti c'è quello di aver giocato - e vinto - nella sua squadra del cuore. Nella sua ultima partita in nerazzurro, la finale di Coppa Uefa vinta col Casino Salisburgo (11 maggio 1994), al giornalista della Rai che, entrando in campo a San Siro, gli chiese cosa provasse per quella che era, di fatto, la sua ultima gara con l'Inter, rispose con una risata e un fragoroso "chi se ne frega" in diretta tv. Era fatto così, guascone fino alla fine: sul prato in mezzo al campo, con la Coppa Uefa in mano, si godeva la vittoria. Non aveva voglia di polemiche e veleni. La festa era tutta sua. E del popolo nerazzurro che assaporava la vittoria.

Nei Pulcini dell'Inter Aveva solo dieci anni quando Italo Galbiati, ex mezzala poi allenatore, lo fece esordire nei Pulcini dell'Inter. Da lì iniziò la sua formidabile carriera, che lo vide girovagare calcando i campi della provincia per farsi le ossa, a partire dai 18 anni: Salernitana, Savona e Sambenedettese le sue squadre. Il ritorno a Milano nel 1982-83, quando titolare dei nerazzurri era un vero e proprio totem, Ivano Bordon. Appena un anno e Zenga diventò titolare, convincendo tutti per le sue doti da numero uno.

Lo scudetto dei record La più grande soddisfazione per Zenga è stato il campionato vinto nel 1988-89, passato alla storia come lo "scudetto dei record" di Giovanni Trapattoni. L'Inter si impose con 58 punti (ogni partita vinta ne valeva due) davanti al Napoli di Maradona (47). Altri successi nel palmares dell'Uomo ragno: la Supercoppa italiana nel 1990 e la Coppa Uefa nel 1990-1991 e 1993-1994.

Il gol di Caniggia a Italia '90 Titolare fisso della Nazionale di Azeglio Vicini nel mondiale del 1990, Zenga subì un incredibile gol di testa da parte di Caniggia, nella semifinale di Napoli contro l'Argentina. Il gol arrivò al 68' e stroncò, di fatto, le speranze degli azzurri di coronare le "notti magiche" con la finale di Roma. L'Italia fu sconfitta ai rigori dagli argentini, che persero la finale con la Germania di Matthaeus e Brehme, compagni di squadra di Zenga nell'Inter.

Allenatore giramondo Stati Uniti, Romania, Serbia, Turchia, Emirati arabi. L'elenco degli stati in cui ha allenato Zenga è quasi interminabile. Appesi i guantoni al chiodo aveva voglia di continuare a lavorare nel mondo del calcio e sul campo in particolare. Per farlo, sfidando gli schizzinosi che lo guardavano dall'alto in basso, si è fatto una robusta gavetta oltre confine, vincendo e convincendo tutti. Ha dimostrato di saperci fare in panchina. E alla fine è tornato in Italia. Prima al Catania, poi al Palermo. Zamparini quest'anno l'ha esonerato. Ma l'Uomo ragno non si è perso d'animo. Sta solo aspettando di poter riavere un'occasione. Il sogno, mai nascosto, resta quello di poter allenare il suo unico grande amore, l'Inter.

Quella squadra che per anni ha tifato dalla curva Nord e poi si è ritrovato a difendere in mezzo ai pali.

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