Il 27 agosto 2008 è considerata una data cruciale per gli inquirenti a caccia di riscontri alle ipotesi di un accordo fra la cricca col grembiulino e alcuni politici. Una data che tornerà spesso nelle carte dell’inchiesta sull’eolico perché, a detta dei carabinieri, evidenzia un dato definito «essenziale»: il faccendiere Flavio Carboni condivideva con il senatore Marcello Dell’Utri lo studio politico di quest’ultimo, in via del Senato a Milano. Nessun riscontro certo. Tanti indizi ricavabili dalle intercettazioni. Il primo accenno è a una telefonata fra Carboni e Verdini, nella quale il primo martella ossessivamente il secondo per la nomina di Farris all’Arpa.
SUMMIT NELLO STUDIO DELL’UTRI Carboni : «Ecco, non è stato chiamato (Farris, ndr ). Puoi per cortesia chiamarlo? Io sono... adesso vado da Marcello qui adesso». Verdini : «Sì..». C: «Sto salendo proprio». V: «Sì...». C: «Sono a via Senato, ecco vedo Marcello con il giudice Lombardi, siamo qui che stiamo completando alcune cose, oh, dopo di che, io mi precipiterei in quel di Firenze, se tu sei d’accordo». L’8 ottobre, sempre al telefono, si discute su dove far venire i futuri soci di Carboni nell’eolico. Carboni taglia corto: «Nelle sedi, nelle sedi giuste a Milano dal Senatore, scarta Roma, poi ti spiego». Ancora, il 16 ottobre, i carabinieri sottolineano in grassetto: «Il Carboni parla con Farris Ignazio. Quest’ultimo gli dice di aver preso contatti con i responsabili della società Fri- El spa per un appuntamentoda fissare per la settimana successiva e che gli stessi scenderanno da Bolzano. Il Carboni dice che la riunione si potrebbe tenere nell’ufficio del senatore Dell’Utri Marcello sito in via del Senato 12 a Milano (...). “Ma non si può firmare là...” ».
CITANO ANCHE ELIA VALORI Nel tentativo di allungare ovunque i tentacoli, i tre polpi della cricca col grembiulino cercano di far eleggere Alfonso Marra a presidente della corte d’appello di Milano.Ci provano consultando l’universo mondo che ruota intorno all’associazione giuridica guidata da Pasquale Lombardi, l’ex democristiano della cricca che si spaccia per giudice essendo un semplice tributarista. Marra è al cellulare con Lombardi. Dopo aver cercato di capire chi sta con lui e chi contro, chiede a Lombardi se può avvicinare Giancarlo Elia Valori, dirigente di numerose imprese, personaggio sfiorato invano da più inchieste, tornato recentemente agli onori delle cronache giudiziarie per le inchieste dell’ex pm De Magistris e per alcune intercettazioni col procuratore Achille Toro. Marra : «Aspè n'altra cosa volevo dirti eh io volevo parlare pure... pure con Giancarlo Valori». Lombardi : «Carlo? ». M: «Elia Valori». L: «Valori?». M: «No?». L: «Valori nun ’sacc chi è chistu cà (non lo so chi è questo qua)» M: «No .. è insomma è uno che conosce pure... faceva pure i convegni e compagnia bella... pensavo che tu lo conoscessi» (...). L: «Non è determinante, ho capito».
«IL CARDINALE SEPE M’HA BACIATO» Nel suo essere sempre ossequioso e megalomane, nel pieno del caos dei dossier Cosentino-Caldoro, Lombardi arriva a telefonare al procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore. Lombardi : «Uè Procuratò, come andiamo? Sono Pasqualino». Lepore: «Uè Pasqualì, dove stai? io sto in ufficio». Lo: «State solo?». Le: «Ah, si, in questo momento perché? ». Lo: «E mo, e ma vi vengo a fa un po’ di compagnia, allora dai». Le : «Ma perché dove stai tu?» Lo: «Io sto quasi vicino Napoli». Le: «A a Carinaro?» Lo: «Si». Le: «E dove sta il cardinale». Lo: «Ah ah e quello, voi, voi arrivaste tardi». Le : «Ah?». Lo: «Mi dette anche un bacio il cardinale Sepe, chi ce lo disse, ce lo disse. Bonaiuti? guardate eccellè .... Eminè... questo è un uomo che fa bene a tutta l’umanità. Acchiappò e mi baciò». Le: «Chi è? Il cardinale?». Lo: «Il cardinale eh Sepe!».
«C’È DA COOPTARE PURE RUINI» L’irrefrenabile Lombardi si muove su più fronti per accreditarsi ad alto livello. Si sbatte da matti per sapere qualcosa sulla pronuncia del Lodo Alfano, su quanti magistrati pendono da una parte e quanti dall’altra. Inchioda al telefono l’ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli su un tentativo d’intervento nei confronti di una «donna» alla Consulta. Nel delirio arriva a scomodare nientemeno che il cardinale Camillo Ruini. Lombardi: «Possiamo intervenire su questa signora? ». Mirabelli: «Mmmh e non è che gli interventi valgano granché eh? Comunque... ». L: «Monsignor Ruini, reverendo Ruini, è molto amico anche di (incompr.) e giustamente suo». M: «Uhmmm uhmmmm».
POMICINO E I «VECCHI MARIUOLI» Lombardi e il sodale Martino sparano a zero su tutti. Commenti devastanti nel periodo in cui, estromesso Cosentino dalla corsa a governatore della Campania, il Pdl punta su Caldoro. Parlando di un protagonista delle manovre sotterranee per fare fuori il futuro presidente della Campania, Lombardi dice: «L’impressione è che un pover’omm che penso sia sulle nostre posizioni, perché ho detto, questo è un Dio e quello una chiavica di... come si chiama? ». Martino : «Di Pomicino, vecchi mariuoli». Da che pulpito.
«CESARE» E I SUOI PRETORIANI Una nota a piè di pagina dell’informativa del 18 giugno scorso: «Il riferimento è al presidente del Consiglio ». Così i carabinieri, senza timore di smentita, danno un volto a «Cesare », lo pseudonimo a cui fanno continuamente gli arrestati della cricca fanta-massonica. In particolare si parla di «Cesare» in una telefonata fra Cosentino e Lombardi dove il primo riferisce che Cesare «è rimasto contento per quello che gli stiamo facendo per il 6 » ovvero il giorno dell’udienza sul Lodo Alfano. L’avvocato Niccolò Ghedini ha subito precisato che«l’interpretazione data negli atti di indagine che “ Cesare” sarebbe riferibile alla persona del presidente Berlusconi è inveritiera e ridicola. Dagli stessi atti risulta che mai per queste vicende nessun contatto vi è stato fra il presidente Berlusconi e i soggetti indicati». Anche il portavoce del governatore Formigoni ha parlato di «notizie false e infondate » relativamente a quanto scritto sul possibile coinvolgimento del presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni nell’inchiesta sul gruppo occulto.
DELIRIO La
megalomania di Lombardi lo porta a voler «cooptare» anche alti prelati e l’ex presidente della Cei
PARVENU I tre cercano di accreditarsi: «Sentiamo Elia Valori». Ma Lombardi: «’Un sacc’ manc’ chi è chistu»
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