nostro inviato a Olbia
«Troppo parlai... ». Terminato lincontro organizzato dallEnac allaeroporto di Olbia, Silvio Berlusconi si limita a un sorriso e una battuta in siciliano, a suggello di una mattinata sulla quale aleggia come un fantasma lannunciato avviso di garanzia al Cavaliere come mandante delle stragi di mafia del 93. Uneventualità smentita dalla procura di Firenze ma - fanno notare dallentourage del premier - non dalla ben più competente procura di Palermo. Nel merito, almeno pubblicamente, Berlusconi non entra, limitandosi a rilanciare a più riprese ironie e barzellette sulla mafia. Ma in privato - quando incontra 26 giovani Pdl della Gallura - le sue parole non lasciano margini a interpretazioni o dubbi.
«Mi accusano di cose mai viste», spiega al gruppo di ragazzi. Sostengono che «io sia il mandante delle stragi di mafia del 92 e 93 che avrei orchestrato insieme a DellUtri per destabilizzare il Paese e poi scendere in politica». Una «bufala», visto che allora «Forza Italia non era ancora nata». Arrivò solo un anno dopo, quando «diversi sondaggi mi avevano detto che cera uno spazio politico per evitare che finissimo in mano ai comunisti». Liniziativa delle procure di Milano, Firenze, Palermo e Caltanissetta, dunque, fa parte della «solita strategia» seguita in questi anni «dalle toghe rosse e da Magistratura democratica». Daltra parte, «sappiamo da che parte stanno i magistrati in questo Paese: su dieci, undici sono di sinistra». È anche per questo che bisogna «andare avanti con la riforma della giustizia» e «separare le carriere». Sul processo breve, dunque, «nessun passo indietro» perché «la mia vicenda dimostra che in Italia un magistrato può svegliarsi e tirare fuori dal cilindro unaccusa che risale a 15 anni fa». «Pur di sputtanarmi», siamo arrivati «ai reati retroattivi» perché «è come se io che sono nato nel 1936 venissi accusato per qualcosa accaduto nel 35». Insomma, «in Italia dai processi non se ne esce mai se non con la prescrizione». «Mi attribuiscono cose - conclude Berlusconi - che non potrei neanche pensare di fare. Sono accuse tanto infondate e infamanti da essere ridicole. Ma ci sono abituato, da quando ho fondato Forza Italia sono diventato la persona più indagata delluniverso». E durante il rinfresco che segue lincontro dellEnac, sempre in privato, il premier torna anche sul processo Mills. «Pur di condannarmi», spiega, «hanno deciso di cambiare linterpretazione della prescrizione» che i pm «fanno risalire non a quando avrei pagato Mills ma al giorno in cui lui ha iniziato a spendere i soldi». Insomma, «una follia».
In pubblico il Cavaliere è decisamente più cauto e usa larma dellironia. Lo fa rivolgendosi al presidente dellEnac Vito Riggio: «Hai problemi con la mafia? Non preoccuparti, ci sono io!». Poi ripetendo la barzelletta su Einstein che è morto perché «troppo sapeva». Daltra parte, aggiunge rivolto alla platea, «nella vita ci vuole ottimismo e bisogna sorridere». Infine, la battuta destinata ad aprire uninsolita querelle cinematografica con il mondo dello spettacolo: «Se trovo chi ha fatto le nove serie de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia che ci fanno fare una bella figura in tutto il mondo lo strozzo».
Durante il rinfresco Berlusconi parla anche della maggioranza e di quanto sia «difficile governare con i pochi poteri che ha il premier». Andiamo avanti «solo grazie alla mia autorevolezza». Che, aggiunge, «è legata alla mia persona mentre sarebbe necessaria una stabilizzazione della politica». E «in questo senso è molto importante il progetto del Pdl» altrimenti «si rischia di tornare agli anni di Tangentopoli».
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