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"Mi ha operata senza motivo. E oggi sto peggio"

"Mi ha operata senza motivo. E oggi sto peggio"

Milano - Gente con i soldi e pensionati della minima, immigrati asiatici e professori con due lauree. Davanti a Pierpaolo Brega Massone erano tutti uguali. Perché quando ti senti male e non capisci cos’è, quando senti un dolore nel petto e pensi al peggio del peggio, non c’è altra strada che mettersi nelle mani di chi sa tutto. Il medico. Il migliore, il primario. E ancora meglio se è uno come Brega: «Uno che io adoravo - racconta Rosanna Stoppa, una delle sue vittime - perché era umano, cordiale. Non uno di quelli che in dieci minuti ti condiscono via».

«In fondo - dice adesso Rosanna - io sono una di quelle cui è andata bene, perché adesso sono ancora qui a raccontarla». Il telegiornale ha finito da poco di raccontare come in Santa Rita si operasse senza motivo e senza pietà. Rosanna c’è passata venti mesi fa. E un dettaglio le è rimasto impresso più di tutti: la fretta. «Sì, sembrava che avesse fretta di operarmi. E io cosa dovevo fare? Gli ho dato retta». Anche perché lei non c’era finita per caso, in Santa Rita, ma proprio cercando lui, Brega. «Io sono di Stradella, lui è di Pavia. E dalle nostre parti è famoso. Quando ho deciso di rivolgermi a uno specialista tutti mi hanno detto: vai da Brega».

Come è andata a finire lo racconta con freddezza il mandato di cattura contro Brega e i suoi collaboratori: «Effettuavano un intervento di esportazione emimanubrio sternale inspiegabile alla stregua delle condizioni e della storia clinica della paziente». Tradotto: le hanno portato via un pezzo di clavicola senza nessuna ragione. «Avevo un’infiammazione sotto la clavicola, c’era una punta che usciva, e mi facevano male le orecchie, la gola, dappertutto. Ho cominciato a fare visite e nessuno ci capiva niente. E allora, sapete com’è, uno comincia a pensare le cose peggiori. Così sono andata da lui. E mi ha detto che bisognava operare. Io avrei voluto aspettare un po’, stava per nascere il mio terzo nipote, non volevo pesare sulla famiglia. Invece Brega mi ha detto: se è una formazione maligna, tre mesi di attesa possono essere troppi. Lei, al mio posto, cosa avrebbe fatto?».

Rosanna si fece operare in fretta. A novembre la prima visita, a dicembre era già sotto i ferri. Il tumore, naturalmente, non c’era. «Quando me l’ha detto sono stata felice. Anche se poi mi ha detto che non sapeva spiegarsi esattamente come mi fosse venuto quel disturbo». E adesso come sta? «Come prima, anzi un po’ peggio. Mi manca un pezzo di clavicola, ho chiesto l’invalidità ma me l’hanno rifiutata. Ogni tanto mi ritrovo a dirmi: ma cosa ho combinato?».
E Brega, lo ha più sentito? «Certo, continua a visitarmi, ovviamente a pagamento. Proprio questa mattina ho fatto un nuovo esame un po’ fastidioso che mi ha prescritto lui, appena mi arrivano i risultati glieli porto». Difficile, signora, a meno che non chieda un permesso di colloquio a San Vittore. «Eh sì. Non ci avevo pensato...

».

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