Roma - "Il mio amico indiano mi ha detto di non fare l'eroe e di dire che ero italiano e cose del genere. Così mi sono salvato". E' il racconto di un cittadino britannico, Alex Chamberlain, che è riuscito a fuggire dopo essere stato preso in ostaggio da un commando armato nell'hotel Oberoi a Mumbai, assieme a 30-40 persone fra cui alcuni italiani. Chamberlain era nel ristorante dell'Oberoi quando ha sentito degli spari, ha riferito all'emittente britannica Sky News, che riporta la testimonianza nel suo sito internet.
Un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nell'hotel e un gruppo di 30-40 persone fra cui il britannico sono stati trascinati in cucina. Alcune persone, fra cui un cameriere, sono stati feriti da colpi d'arma da fuoco. "Siamo stati costretti a camminare come pecore da un giovane con una mitraglietta, di circa 22-23 anni", che poi ha chiesto agli ostaggi chi di loro era britannico o americano.
Secondo il racconto di Chamberlain, tra quelli interrogati, uno che era italiano "è stato lasciato in pace dopo aver detto ai sequestratori di essere italiano". Chamberlain, che lavora per la Premier League di cricket, è riuscito a scappare quando l'uomo li ha portati al 18/mo piano dell'albergo. "Si sentiva sparare e c'era fumo dappertutto. Sono riuscito a svignarmela, assieme ad un'altra persona, attraverso un'uscita di sicurezza. Ho chiamato la mia ragazza e le ho detto che l'amavo pensando che fosse l'ultima volta che parlavo con qualcuno".
Il britannico ha poi spaccato i vetri di una finestra, in mezzo al fumo soffocante, ed è uscito dall'albergo, dopo aver attraversato la hall.
Fuori c'erano una ventina di poliziotti che "sembravano spaventati quanto noi" e alcuni mezzi dei vigili del fuoco. "Questa è la brutta faccia del fondamentalismo islamico, per il linguaggio e l'acredine con cui quella gente ci ha chiesto se eravamo americani o britannici", ha commentato Chamberlain.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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