Politica

«Mi hanno rovinato»: pensionato diventa killer

Accoltella una donna e ammazza un falegname. Bloccato prima che potesse compiere un terzo delitto

Alessia Marani

da Roma

Raptus della follia a Roma: 73enne accoltella una donna riducendola in fin di vita, poi scende in strada, si reca nella sua ex falegnameria e apre il fuoco con una calibro 9 contro il titolare, Raffaele Rocco, 64 anni, uccidendolo. Cerca di ammazzare anche una terza persona, il socio di Rocco, Giuseppe Ercolino, 57 anni, poi però viene disarmato e arrestato da un sottufficiale della squadra Mobile fuori servizio che si trovava con il figlioletto di 5 anni al parcogiochi di fronte. Mattina di sangue e follia a Prati, quartiere nord. Teatro del delitto il groviglio di strade e palazzine ex Iacp (Istituto per le case popolari) tra piazzale degli Eroi e via Leone IV. È qui che quattro anni fa, Sandra Salvi, 60 anni (la donna ferita), casalinga, insieme al marito, Roberto Allegritti, 62 anni, idraulico in pensione, decide di stipulare «sulla parola» l’accordo per l’acquisto di un appartamento ex Iacp al civico 68 di via Campanella, sulla stessa strada dove vive da trent’anni con la famiglia. Lo fa per i figli, Elvira, laureata in Economia, 35 anni, che ultimamente ha problemi di salute e Gino, 25 anni, appassionato di musica. Il venditore? Proprio lui, il carnefice, Sergio Caccianti. Nell’85 l’uomo aveva ceduto anche il suo laboratorio di restauro situato nel cortile interno di un altro complesso popolare, quello di fronte in via Pomponazzi, a Raffaele Rocco. Ieri la duplice folle incursione. Ma prima, a modo suo, aveva avvertito. Chiamando lunedì sera la donna al telefono: «Domani ti porto gli amaretti che ti piacciono». «Sergio - racconta Roberto Allegritti - veniva spesso a trovarci per un caffè. Pochi mesi fa, scaduto il vincolo decennale dello Iacp sulla casa, avevamo fatto rogito e passaggio. Abbiamo comprato anche bene». «Troppo bene» secondo la mente malata di Caccianti che, appena portato in Questura si è sfogato: «Mi sono sentito rovinato, ecco perché l’ho fatto». Ieri verso le 11 Caccianti bussa al portone dell’abitazione al terzo piano degli Allegritti. Sandra è sola. Lui entra, si accomoda nella sala e beve il caffè che la donna gli serve. Poi accade l’inimmaginabile. Sergio ha con sé un borsone. Tira fuori un coltello, lo affonda sulla schiena della poveretta. Per 4 volte. Lei piomba a terra in una pozza di sangue. Lui esce dall’appartamento, percorre i cento metri che lo dividono dalla falegnameria e spara 4 colpi contro il falegname. Rocco, altra causa della sua «rovina», morirà sull’ambulanza. Un lavorante ecuadoregno si salva per miracolo. Il terzo «obiettivo» è nel retro e la scampa. Il folle esce nel cortile affollato di bimbi e genitori. Brandisce l’arma. Il poliziotto, Mauro Giubilei, spara in aria, gli salta addosso e lo blocca.

«Ho finito, ho finito - ripete il killer -, mi mancava solo il terzo».

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