da Roma
Notizia numero uno: cè una nuova Cardinale. Notizia numero due: si chiama Manuela Arcuri e non verrà dallAfrica (bensì da Latina, terra di lavoro), non avrà sposato un produttore (tipo Cristaldi), non sarà compagna di un regista intellettuale (come Squitieri), ma ha la stessa intensità di sguardo, la stessa implacabile bellezza bruna della C.C. nazionale, quandera la ragazza di Bube. In più, la celebrità pontina, che la rockstar Prince ha preteso nel suo ultimo video, decide di farsi perdonare le grazie ricevute da mamma Nella e, nel Bel Paese aspro, verso chiunque abbia una pur minima dote, si presenta alla sbarra. E declina, in ogni sfumatura, un drammatico personaggio di donna forte e sensibile, che non piega la testa quando viene umiliata da uno stupro, né quando è la camorra a volerla morta, mantenendo accesa, invece, la propria brace ardente di vendetta. Io non dimentico sintitola la miniserie tivù, in onda su Canale 5 (lunedì e martedì), firmata da Luciano Odorisio e ricca di nomi internazionali, da Giancarlo Giannini, qui Don Salvatore, re dogni camurrìa, ad Angela Molina, già musa di Buñuel, nella quale lattrice, sullo sfondo della Campania flagellata dalla brutalità, osa una storia nera. Essere violentate, in piano sequenza, ripetendo una sola volta la scena davanti a tre macchine da presa («è una rivelazione!», dice Odorisio), incuranti di sciuparsi il decoro, o labitino anni Sessanta con scollo a barchetta, è prova drammaturgica certa. E non è cosa da chiedere a tutte le attrici.
Cara Manuela Arcuri, comè il suo personaggio di Angela Bassi, che ricorda il vero caso di Franca Viola, siciliana pronta a rifiutare il «matrimonio riparatore»?
«È una ragazza semplice e umile degli anni Sessanta, che vive alla periferia di Napoli. Come me, sogna lamore vero e una famiglia sua, ma Carmine, cioè Brando Giorgi, togliendole lonore, non le leverà la forza di tirare avanti. Da sola, con il figlio nato da quella violenza, affronterà gli uomini della camorra. E coltiverà la sua idea di vendetta».
Per calarsi nella parte si è ispirata a qualche precedente, in particolare?
«Ho visto e rivisto Matrimonio allitaliana, per studiarmi la Loren, le sue movenze mediterranee e una certa mia idea di Pupetta Maresca, donna anti-camorra daltri tempi. Da questa dura prova dattrice, ho imparato molto».
Che cosa ha imparato da Angela?
«A vivere, da vicino, la maternità. Mi sono ispirata a mia madre, che mi segue con affetto, soprattutto se mi vede infelice. La mia è una vita dura e a volte mi perdo danimo, tra uomini infidi e sveglie allalba. E devo piangere, magari, o urlare, e non sempre ne ho voglia. A questo punto, mia madre mi dà forza: il suo aiuto è vitale».
Mamma Nella non sarà come lonnipresente madre di Carla Bruni, sempre un passo dietro Sarkozy e la sua futura signora?
«Per fortuna mia madre non è presenzialista. Ma il supporto morale della famiglia, per me, è fondamentale».
Anche suo fratello Sergio appare, brevemente, in Io non dimentico.
«Non abbiamo girato nella stessa scena. Ma uno bello come lui, era sacrificato come direttore marketing, chiuso in ufficio. Ora è preso dai suoi studi allAccademia dArte drammatica, che frequentai anchio. Se diventa importante e porta i soldi a casa, metto su famiglia e mi riposo».
Il video con Prince: una tortura o unavventura?
«Unavventura: mi ha voluta dopo avermi vista nel dvd Giovanna la pazza di Vicente Arande. E una tortura: ho girato, in sottoveste di pizzo, sul Ponte San Carlo, di notte, in una Praga spazzata dal vento gelido. Dovevo fare il suo irraggiungibile desiderio».
Nellerigenda fiction Mogli a pezzi, ancora Canale 5, come la vedremo, nel ruolo della disperata Elisa?
«Nellinedito look della bionda! Porto una zazzera sfilzata, molto donante e soffro per un matrimonio tormentato. Come le altre signore: Valeria Melillo, Giuliana De Sio, Eva Grimaldi, Lorenza Indovina. Siamo disperate, per colpa dei mariti: Enrico Lo Verso, Paul Sorvino, Massimo Venturiello e Lorenzo Crespi».
Possibile che gli uomini facciano soffrire la Arcuri?
«Si addormentano con la Arcuri e si svegliano con Manuela, cercando il successo tramite me. Mi ci vorrebbe un uomo, che non è del mondo dello spettacolo».
Cinema, teatro, tivù, video: quale preferisce?
«Il teatro: è adrenalinico il contatto diretto col pubblico. A febbraio sarò al Teatro Parioli con Il primo che capita, commedia, vagamente autobiografica, di Antonio Giuliani. Dove ho così tanta sfortuna, con gli uomini, da andare in analisi».
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