"Mi è tornata la fiducia verso i giudici che non fanno politica"

Il Cavaliere soddisfatto per l’ultima assoluzione per il caso Sme: "Evitai che Prodi svendesse le aziende alimentari pubbliche a De Benedetti. Il governo? Metteranno la fiducia e cadranno"

"Mi è tornata la fiducia verso i giudici che non fanno politica"

nostro inviato a Pesaro

La calca è di quelle da stadio, ma il Cavaliere pare non curarsene. Il suo intervento all'Adriatic Arena di Pesaro dove si festeggiano i 25 anni di Mediolanum è finito da una buona mezz'ora e Silvio Berlusconi decide di attardarsi fino a sera tra i diecimila presenti che si sono appena riversati nell'ampia zona dedicata alle vettovaglie. Venti minuti buoni in cui l'ex premier, girocollo blu e giacca, circondato dalle guardie del corpo inanella una lunga serie di fotografie e strette di mano. E pur trattandosi di promotori finanziari e family bankers, non ce n'è uno che non sgomiti per uno scatto ricordo. C'è chi gli passa il telefono per fargli salutare la moglie a casa, chi insiste sull'acquisto di Ronaldinho per il Milan («se ce lo vendessero...») e chi gli chiede un autografo sventolando l'ultimo numero di Capital («mi spiace, i miei avvocati mi hanno detto di non mettere mai firme», sorride).
Il Cavaliere, da parte sua, se la gode. Perché se davvero la campagna elettorale è alle porte come lui spera, il bagno di folla di Pesaro non può non essere un'iniezione di fiducia. Accompagnata da una soddisfazione forse meno politica ma per lui altrettanto importante. «Qualche ora fa - dice aprendo il suo discorso davanti ai diecimila di Mediolanum - la Cassazione mi ha assolto definitivamente sulla vicenda Sme dopo una battaglia durata dodici anni». Battaglia, aggiunge, «durante la quale mi sono sempre proclamato innocente». Insomma, «abbiamo la dimostrazione che la giustizia è stata usata per fini politici, cosa che in futuro non dovrà più accadere. E finalmente posso dire che c'è un giudice a Berlino». Ora, «voglio solo vedere quanto spazio avrà sui giornali questa notizia dopo tutto il fango, perché credo che dovrebbero fare alcune edizioni straordinarie. Comunque, mi è tornata la fiducia per i giudici, in quei giudici che usano il loro potere senza pregiudizi politici».
Poi, andando avanti e indietro nel grande ring azzurro che troneggia al centro dell'Adriatic Arena, il Cavaliere si affida ai ricordi. Ha parole di affetto per Ennio Doris, presidente di Mediolanum, che «la famosa notte in cui decisi di scendere in campo era con me insieme a Confalonieri, a mia mamma e a tutti gli altri». «Tutti contrari», aggiunge, «ma il tempo ha dimostrato che è stata la scelta giusta». L'immagine che gli serve per galvanizzare i presenti è anche quella pescata nel passato, «quando per studiare consegnavo frigoriferi». «Una volta - racconta - ne portai uno fino a un quinto piano. Solo davanti all'ingresso mi accorsi di aver sbagliato scala, ritornai giù e di nuovo risalii fino all'altro quinto piano». Questo «per dire che la tenacia è tutto». Anche in politica. «Caro Ennio - dice facendo il verso alla pubblicità della Mediolanum - vengo da voi con una grande idea: mandare a casa Prodi». E ancora: «La fiducia nei suoi confronti è al 23,3%; quella nei miei al 63». «Per non parlare della fiducia nel governo - aggiunge - ormai al 19,5».
Va avanti per oltre un’ora su e giù per il ring e approfittando del fatto che la convention è rigorosamente a porte chiuse, non lesina ricordi e barzellette. Poi, un faccia a faccia di qualche minuto nel suo camerino con Doris, mentre fuori aspettano pronti a ripartire per Roma il sempre presente Paolo Bonaiuti, l'azzurro Sestino Giacomoni, il senatore marchigiano Francesco Casoli e il suo medico personale Alberto Zangrillo. Ma Berlusconi non ha ancora finito. Imbocca di nuovo le scale che portano all'interno del palasport e risale sul ring sulle note di Bandiera gialla. Sono le nove di sera e questa volta si parte davvero. Ma non senza prima dare un affondo a Prodi («ho evitato che da presidente dell'Iri svendesse le nostre aziende alimentari donandole a De Benedetti»), alla maggioranza («ormai in disfacimento») e al governo («si dimetta»). Sulla Finanziaria («bocciata da tutte le autorità monetarie internazionali») resta ottimista: «Alla fine metteranno la fiducia e cadranno. E l'esercizio provvisorio non è un problema visto che ci farebbe persino risparmiare». Infine la replica a Massimo D'Alema, convinto che il Cavaliere voglia le elezioni per rivincita personale: «Assolutamente no. È il Paese che le chiede».

Con il presidente Napolitano poi «non esiste alcuna tensione. Ho sempre detto, come dice Veltroni, “pienamente e serenamente” le mie opinioni e mi sembra che il presidente della Repubblica abbia fatto sempre altrettanto».

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