«Mi vogliono tutti nuda ma tengo una bella capa»

L’attrice napoletana si prepara a impersonare Messalina a teatro. «Mi chiamano la nuova Ferilli? Sciocchezze, sono solo famosina»

Michele Anselmi

da Roma

«Miché, fa caldo...». È spiritosa Luisa Ranieri nel prendersi in giro con l’intervistatore di fronte a un bicchiere di tè freddo. La dipingono come una bomba sexy, in effetti ne ha le misure canoniche; e però le lunghe ciglia e il naso ben intagliato, insieme con quei sandali rasoterra su castigati pantaloni neri, offrono di lei anche un’immagine diversa. Di bella guagliona napoletana, zona piazza Garibaldi, un po’ ciaciona, dallo sguardo disciplinato al sorriso, dal gusto per la battuta autoironica e dall’età dichiarata: trentuno. Appena tornata da Siena, dove ha seguito con complice partecipazione la rassegna di documentari Hai visto mai? diretta dal fidanzato Luca Zingaretti, l’attrice - ieri ospite al festival di Giffoni - si prepara a incarnare Messalina in una lettura teatrale: un Processo ad Agrippina tratto da Roma di Corrado Augias, che la vedrà accanto ad Adriana Asti, dal 24 luglio a Massenzio. Poi bolle in pentola «una grossa cosa per Mediaset in due puntate» di cui, per scaramanzia, non vuole dire niente.
Insomma si ricomincia dopo sette mesi di fermo?
«Di riflessione, più che di fermo. Avevo bisogno di capire, da far passare la baraonda Celentano. Ne ho approfittato per passare alcuni mesi in Francia, da gennaio a giugno: ho migliorato la lingua e dato una mano alla promozione della Callas televisiva, andata in onda anche lì. In fondo era il mio primo film da protagonista».
E con 007 com’è andata a finire? Si narra di un mitico provino per Casinò Royale.
«Vero che l’ho fatto. Come tante attrici, a Roma. Era un ruolo piccolo, una delle donne che il nuovo James Bond si porta a letto. Mi sono divertita, non mi hanno presa. Pazienza».
Però s’è rifatta, sul fronte inglese, con la pubblicità dell’acqua Ferrarelle che non vedremo mai in Italia.
«Già. Pare che io rappresenti bene, all’estero, lo spirito italiano. Forme, colori, sguardo. A Londra hanno esposto pannelli alti come palazzi, in bianco e nero. Ci sono io seduta, tutta nuda, ma non si vede niente, con le braccia a cingere le ginocchia. Lo slogan è carino: “Il 20 % degli occhi: papà. Il 20 % della bocca: mamma. Il 60 % del corpo: acqua Ferrarelle”. Forse però mi sbaglio sulle percentuali».
Be’, non si può dire che la pubblicità non le abbia portato fortuna.
«Sì, anche se “Antò, fa caldo” la sento ormai come una cosa lontana. Però ringrazio ancora. Nel giro di pochi mesi, in quel 2001, cambiò tutto per me. Lo spot tv con D’Alatri, un film con Pieraccioni, Il principe e il pirata, infine l’episodio di Eros con Antonioni. Prima facevo provini, piccole cose a teatro. D’un tratto mi sono ritrovata alla Mostra di Venezia».
Oddìo, non fu proprio un trionfo il film di Antonioni.
«Già, ma si può dire di no ad Antonioni? Ricordo un grande imbarazzo. Sono timida, non avevo ancora visto il film, con tutte quelle scene di nudo, pure audaci. Non mi sentivo a mio agio sul set. Il Maestro sorrideva, ma in realtà mi voleva solo spogliata».
Con gli altri film è andata meglio?
«Bah! Uno, I guardiani delle nuvole, di Luciano Odorisio, ha vinto un premio al Festival del Cairo, ma non è mai uscito in Italia. Un altro, Il gruppo, di Anna Di Francisca, Mediaset l’ha mandato in onda qualche settimana fa, di domenica, alle quattro del pomeriggio».
Però la miniserie tv Cefalonia è stata un trionfo. Tra l’altro: non è su quel set che s'è innamorata di Zingaretti?
«Sì. Però ci siamo fidanzati qualche mese dopo. Luca è famoso, amato, lo fermano per strada. L’impatto mediatico è stato devastante sulla nostra vita privata. Lui era sposato, i paparazzi ci tampinavano. Se permette, preferirei sorvolare sull’argomento. Una cosa però gliela dico: tra me e Luca non si parla mai di lavoro, le carriere vanno tenute ben separate, preservate da problemi sentimentali».
Pentita di aver detto di sì a Celentano?
«No. Sapevo che non c’era un ruolo principale femminile. Però mi divertiva lavorare con lui. Così mi si sono ritrovata catapultata nel mondo della tv dal vivo, nello spettacolo più atteso. Una paura. Venti gocce di tranquillante prima di ogni uscita».
L’hanno definita la nuova Ferilli, un’icona della bellezza italiana...
«Sciocchezze. Sono “famosina” da poco, non rivaleggio con Sabrina, che stimo e ammiro per come è riuscita a farsi amare da tutti».
Dica la verità: costa molto oggi?
«Che ne so? Non lavoro da sette mesi. Più di prima certamente».
Niente bambini in vista?
«Il matrimonio mi inquieta e mi attrae insieme. L’idea di metter su famiglia c’è sempre, ma oggi sono troppo concentrata sul lavoro. Quanto alla mamma, posso aspettare. Tanto, al cinema o in tv, non mi fanno fare altro».
Sia sincera: mai passata sul «divano del produttore»?
«Che cos’è il divano del produttore?».
Vabbè. Mai subìto pressioni e ricatti in cambio di una parte?
«No, mai. Vado in giro come ’na guagliona normale, non ammicco e poco concedo alla mondanità. Certo, so di possedere una fisicità anni Cinquanta. Non ho le misure di quest’epoca qui. Le mie colleghe sono tutte filiformi. Diciamo che tengo ’na capa su un corpo diverso».
Attrici amiche?
«Molte, ma non famose. Però ammiro Giovanna Mezzogiorno e Valeria Golino».


Un sogno nel cassetto?
«Un film con Paolo Virzì».
Zingaretti è attore politicamente e socialmente impegnato. E lei?
«Guardi, mi sento abbastanza lontana dalla politica. In generale penso una cosa: con le scelte professionali che fai dici chi sei».

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