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«La mia Liguria in tre proposte»

«La mia Liguria in tre proposte»

«L'amore è come una cipolla, con le lacrime riempi un'ampolla; l'amicizia è come il terreno, se la coltivi mai viene meno». L’autore di questa filosofica frase non è Platone, tantomeno Hegel: più umilmente la pronunciò Puffo contadino, un personaggio dei cartoni animati. L’aforisma si trova curiosando sulle pagine del social network Facebook nel profilo di Paolo Olcese, 32enne candidato al consiglio regionale per la «Lista civica per Biasotti presidente». Un giovane che con simpatia e competenza ha deciso di misurarsi in campagna elettorale perché nella sua vita di imprenditore nel settore florovivaistico le idee non gli mancano e ha pensato fosse venuto il momento di metterle a disposizione degli altri. Poi per lui, che nonostante la giovane età è sposato con Sinda e si diverte con le figlie Francesca di 9 anni e Giulia di 7, misurarsi con i fumetti dev’essere tutt’altro che difficile.
Olcese, ora si fa sul serio. Dalla prossima settimana, con l’aiuto dei genovesi, potrà ritrovarsi in consiglio regionale. Con quali idee?
«Ho già tre proposte di legge pronte da tempo; le ho tirate fuori dal cassetto e le sto condividendo con la gente che incontro in queste settimane»
È il suo contratto con gli elettori. Cosa fa? Imita Berlusconi e Biasotti?
«Mi piace essere concreto e le mie idee le ho già messe nero su bianco: ho una proposta per aumentare il ciclo della raccolta differenziata dei rifiuti dal 20 al 70% in cinque anni e a costo zero; ed un’altra che permetterebbe il recupero dei borghi dell’entroterra attraverso una riqualificazione ambientale che passa per l’utilizzo delle energie alternative»
Vuole anche rendere competitivo il turismo ligure
«La Liguria potrebbe imitare il modello di Monaco di Baviera e stimolare innanzitutto i liguri a scoprire il loro territorio: basterebbe la pubblicazione di un opuscolo quindicinale gratuito fatto di inserzioni i cui costi sarebbero assorbiti dall’acquisto di spazi pubblicitari»
Ha avuto un’esperienza come consigliere di circoscrizione, poi però si è allontanato dai partiti e dalla politica. Perché torna?
«Non mi ritrovo nella militanza partitica. Non sono un Beppe Grillo, sia chiaro, ma non mi sento rappresentato dagli idealismi.

Torno con una lista civica e se ho scelto Biasotti è perché gli riconosco praticità e concretezza. Con lui si lavora su progetti e valori. Attraverso Gianni Barci mi ha chiesto di fare parte di questa avventura e ho deciso di provarci per servire la mia Genova».

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