da Roma
Per due ore è stato Giulietta e Romeo, la nutrice e Mercuzio, frà Lorenzo e Tebaldo, coro e solista, lamore e lodio. Ora, in camerino, appare ancora più minuto, Riccardo Cocciante, mattatore per una sera nellanteprima del suo Giulietta e Romeo, rappresentata al Colosseo per lAssociazione italiana per la ricerca sul cancro, auspici il Quirinale, Buttiglione e Veltroni. «Mattatore io? Ma se sono un timido», ribatte. E poi: «La vera prima, con i cantanti, i balletti, lorchestra, le scene, ci sarà il primo giugno 2007, allArena di Verona. Questa è stata soltanto una lettura dello spartito. Poi sostituiremo gli strumenti elettronici con quelli veri, ogni personaggio avrà il suo interprete e il lavoro mio e di Panella prenderà corpo».
Quanto a definirlo, questo nuovo capolavoro, lautore si limita a dire quello che Giulietta e Romeo non è: «Lopera lirica non rispecchia più il nostro tempo, la voce microfonata ha sostituto le voci impostate, il musical è a sua volta superato, occorreva un genere nuovo: mediterraneo, melodico ma attuale, con testi comprensibili, situazioni di sempre raccontate col linguaggio, le voci, i suoni di oggi. Per questo Notre Dame ha conquistato il mondo».
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