Sport

«Michael mi ha detto: farò il cameriere da te»

Per lei l’abbraccio più grande. A Fiorano gestisce il ristorante preferito di Schumi. «È sempre in cucina»

Paolo Brusorio

nostro inviato a Monza

Chi non c’era, può anche non crederci. Paddock di Monza, l’annuncio del ritiro di Schumacher sta ancora facendo il giro del mondo, lui quello delle tv prima di infilarsi nel motorhome Ferrari dove un gruppo di uomini (e di donne) in tuta rossa capeggiato dal presidente Montezemolo non vede l’ora di applaudirlo e di brindare alla sua vittoria a porte rigorosamente chiuse. Insomma, ci siamo capiti, è il momento della festa e manca solo il festeggiato. Che arriva inseguito da un plotone di gente in cerca di un suo sospiro e che fa? Si getta nelle braccia di una signora e la stringe quasi a soffocarla. Dura un minuto quel gesto, qualche parola, un bacio. Poi Schumi viene inghiottito dai suoi e la signora resta sola con la sua gioia. Chi sarà mai la donna del mistero? Per tutti è la «mamma italiana» di Michael Schumacher. Del pilota tedesco custodisce molti segreti e se c’è una persona che può raccontarne la faccia meno tirata e più «terrena», ecco questi è lei. Si chiama Rossella e insieme con la famiglia gestisce uno dei templi dei malati di motori: il Montana (sempre chiuso di domenica, giorno santificato ai gran premi) ristorante di Fiorano dove il sette volte campione del mondo ha un tavolo e un menù fisso. «Quando viene da me c’è solo un modo per renderlo felice: un piatto di tagliatelle al ragù. Tra i tifosi ferraristi si è sparsa la voce e oramai ci chiedono solo quello».
Se con l’addio di Michael il ristorante perderà il miglior testimonial, la signora Rossella già comincia a rimpiangere quei momenti in cui Michael era tutto suo. Davvero quasi come un figlio: «Quando voleva parlarmi passava dalla cucina e gli dicevo: a fine carriera vieni qui da me a fare il cameriere... E lui stava allo scherzo. Da me ci pranzava con Corinna, sono innamoratissimi, mano nella mano anche a tavola, Michael era pieno di gesti d’affetto per lei. Una volta sul podio ha disegnato un cuore: era per Corinna, gliel’ho visto fare tante di quelle volte nel mio locale... Ora chissà quando lo rivedrò, ma l’ha detto anche Montezemolo, vero?, che rimarrà nella famiglia Ferrari? Speriamo, comunque la Svizzera non è poi così lontana, potrò sempre andare a trovarlo».
Perché del ristorante, Michael, oltre ad essere il cliente più affezionato, è anche tra i migliori testimonial. Sicuramente quello con l’audience più alto, ottimo per il lancio globale della tagliatella. Anche se il pilota tedesco è in buona compagnia visto che al Montana ci passano tutti quelli che una Ferrari la guidano o la comprano. Il sito fa invidia a «Le Cirque» di New York, nell’album fotografico varia umanità e nobiltà: dieci anni e più di piloti ferraristi, cantanti (da Eric Clapton a Max Gazzè, da Jamiroquai a Biagio Antonacci: è il concertone nel nome della tagliatella) il Gabibbo e anche Gianfranco D’Angelo) più qualche grande fratello e cose così. È l’indotto di Maranello: «Ma adesso basta, non voglio approfittare dell’occasione», dice la signora Rossella allontando una troupe tedesca che vorrebbe intervistarla.

Si torna in cucina, aspettando l’arrivo del nuovo cameriere.

Commenti