Migliorano le terapie ma alla ricerca arrivano meno soldi

La XIX Conferenza internazionale sull'Aids, iniziata tre giorni fa a Washington, testimonia i grandi progressi nella lotta contro questa terribile malattia. I nuovi dati dell'Onu dicono che 10 anni di trattamenti antiretrovitrali (Arv) hanno trasformato l'Hiv da condanna a morte in malattia cronica gestibile con successo. E c'è l'opportunità d'eliminare del tutto la trasmissione del virus dalle madri ai neonati nei prossimi 3 anni e raggiungere l'obiettivo d'assicurare i nuovi farmaci a 15 milioni di persone entro il 2015. Ma proprio in vista del simposio, Medici Senza Frontiere lancia un monito: i Paesi africani più colpiti da soli non riescono a combattere la pandemia: sette milioni di persone hanno ancora bisogno d'accesso urgente ai farmaci antiretrovirali. Mentre l'Agenzia dell'Onu per l'Aids stima che un milione e 400mila persone hanno iniziato la terapia nel 2011, gli sforzi dovranno raddoppiare per raggiungere l'obiettivo globale di 15 milioni di persone in cura entro il 2015. Ciò nonostante, i piani per incrementare il trattamento e migliorare la qualità delle cure rischiano di essere interamente demoliti a causa del ristagno del supporto internazionale. Importanti istituzioni nella lotta contro la pandemia, come il Fondo globale, affrontano un grave calo dei finanziamenti a causa del minor interesse dei donatori.
Sul fronte della ricerca anche l'Italia sta facendo la sua parte. Come anticipato da Stefano Vella, direttore del dipartimento del Farmaco dell'Iss, sono allo studio nuove strategie che possano portare all'eliminazione del virus. Oggi sono disponibili terapie antiretrovirali che hanno notevolmente ridotto la mortalità delle persone sieropositive, consentendo loro una migliore qualità di vita. I farmaci in uso permettono di tenere sotto controllo l'infezione da Hiv, ma non di debellarla. Anche se una nuova speranza viene proprio da uno studio condotto dall'Iss, il cui obiettivo è quello di educare il sistema immunitario a controllare il virus in assenza di trattamento farmacologico.
Ebbene, la sperimentazione condotta sugli animali ha dato buoni risultati nella fase cronica della malattia e ci sono buone possibilità che siano trasferibili all'uomo. Anche se andranno valutati attraverso trial clinici che dovrebbero partire già nel 2013.
L'altra novità importante si chiama Truvada, la pillola che promette di essere un nuovo caposaldo nella lotta all'Aids. La Food and drug administration americana ha approvato, per la prima volta, un principio attivo per prevenire la trasmissione dell'Hiv. Dopo anni di sperimentazione, è stato dimostrato infatti che Truvada è in grado di ridurre il rischio di contagio del 73 per cento, ma altri studi sono ancora più ottimisti. Test clinici hanno evidenziato che il farmaco, se usato correttamente tutti i giorni, riduce il rischio di contagio anche oltre il 90 per cento. A base di due antiretrovirali, il tenofovir e l'emtricitabina, può essere usato non solo da chi è sieropositivo, ma anche da chi è ad alto rischio di infezione e da chi abbia rapporti sessuali con un partner sieropositivo.
Non tutti, però sono d'accordo: per alcuni gruppi anti-aids e operatori sanitari il nuovo medicinale rischia di generare false sicurezze e potrebbe spingere verso comportamenti non corretti, come quello di non usare il profilattico. Secondo costoro, «l'unica strada da seguire è fare il test e usare il preservativo».
Tornando a casa nostra, la sezione Lazio dell'Associazione nazionale per la lotta contro l'Aids, ha appena lanciato la prima edizione del premio «Una sceneggiatura contro l'Aids».

Il bando, nato nell'ambito del Progetto scuole, è rivolto a due categorie di partecipanti: gli studenti degli istituti scolastici superiori e delle scuole specializzate in discipline dello Spettacolo della regione Lazio. La giuria sarà composta, tra gli altri, da Laura Morante e Pierfrancesco Favino, presidente il regista Ferzan Ozpetek. Per saperne di più: www.anlaidslazio.it.

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