Mike Francis: «Così sopravvivo a “Survivor”»

Simone Mercurio

«Sono un random, un casuale, sia nella musica che nella vita, ed è da tutto ciò che mi capita intorno che traggo ispirazione per la mia musica». A parlare è Mike Francis, al secolo Francesco Piccione, nome che chi ha più di trent’anni non può non ricordare per le sue melodie a base di pianoforte, poggiate su ritmiche moderatamente dance. Il suo primo successo esplose nell’84, quando la sua voce vellutata imperversava dalle radio di mezza Europa con la canzone Survivor. Classe 1961, il cantante e musicista di origine fiorentina manca da un po’ dalla grande ribalta, ma in questi anni non ha fermato la sua creatività, con un progetto musicale, Mystic Diversion, di tendenza e grande successo fra gli amanti della musica lounge e ambient stile Buddha Bar.
Intanto, dopo oltre dieci anni, Mike si prepara a tornare con un disco acustico dove ci sarà spazio per cover di autori come Sade, Boy Gorge, Isaac Hayes, ma non mancheranno inediti. «Sempre che me lo pubblichino - scherza scaramantico il cantante -. Abbiamo registrato l’ultima pezzo proprio ieri!» Un ritorno alla musica cantata per Mike Francis, che stasera si esibisce al The Place di via Alberico II, ospite d'eccezione del concerto di Marco Rinalduzzi.
Cosa ha fatto in tutti questi anni l’autore di «Survivor»?
«Diciamo che ho curato altri progetti fuori dall’Italia. Dall’89 al ’96 sono stato a Londra dove lavoravo con Richard Darbyshire, leader dei Living in the box. Richard è stato anche autore, tra l’alto, di Lisa Stansfield. Nel ’90 ho poi inciso un album con Mogol, e nel ’94 un disco in duplice versione inglese e italiana, quest’ultima con i testi di Panella. Dopo altri due dischi, ho fatto concerti in California e in Oriente. Poi la mia passione per la world music ha dato vita al progetto Mystic Diversions, che dal '98 mi sta dando grandi soddisfazioni».
Progetto nel quale non si trova traccia del suo nome artistico.
«Be’, in realtà Mike non mi chiama più nessuno! Per chi mi conosce sono solo Francesco. Il fatto è che non volevo che il mio nome confondesse un progetto diverso dalla musica che avevo fatto prima. La Mystic è un progetto soltanto musicale: è ambient; è acid jazz. Quel tipo di musica elettronica d’atmosfera detta lounge, stile Cafè del Mar, che si ascolta in programmi radiofonici come Montecarlo Nights di radio Montecarlo. Adesso però, quasi per caso, ho ripreso a cantare e sto terminando un nuovo disco con i produttori tedeschi Blank & Jones, e tornerò così a firmarmi Mike Francis».
Un sospiro di sollievo per chi, ci si permetta una battuta, temeva di rivedere anche Mike Francis, dopo Den Harrow e Sandy Marton, all’Isola dei famosi.
«No, per carità! Senza polemica ovviamente, perché chiunque può fare ciò che vuole, ma io non mi ci vedo in quel tipo di programma. Sono un musicista e voglio fare solo musica. Amo così poco apparire che con i Mystic ho tenuto nascosto persino il mio nome.

Questo nuovo disco da cantante è venuto fuori di getto, è un disco acustico, minimale, con pezzi rithm & blues e tante sorprese, come un duetto con la mia amica Amii Stewart. Se tutto va bene, uscirà per il nuovo anno».

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