Caro Allegri, ma chi glielo ha fatto fare?
«Lo so, siamo circondati da un pessimismo cosmico che può solo darci una maggiore carica. Al tifoso milanista depresso io faccio questo ragionamento semplice: abbiamo una società super-organizzata, anche troppo, abbiamo un gruppo di fuoriclasse, abbiamo giovani promettenti. Per vincere dobbiamo recuperare le motivazioni. Sono convinto che ce la faremo, non possiamo più vivacchiare».
A proposito di calciomercato, serve Boateng?
«Serve a completare i ranghi del centrocampo: non possiamo pensare, con qualche esponente di 34 anni, di fare tutta la stagione con i soliti tre. Non solo: immagino di praticare un bel turnover e quando ne metto 4 freschi, beh devono essere all'altezza degli altri. Boateng è una mezz'ala, è classe '88, mi è molto piaciuto».
Quando recupera Ronaldinho?
«Viene con noi a Bari, giocherà un tempo del trofeo Tim. Gli ho parlato spesso in questi giorni, da lui aspetto cose mirabili. Viene da una stagione scolpita da alcune cifre: 15 gol e 16 assist. Bene: sapete cosa penso? Non ha fatto tutto».
Ma è vera la storiella della pancia?
«Volete tutta la verità sul suo peso? Eccola. L'ultimo aggiornamento sulla bilancia è il seguente: 83 chili, e 700 grammi. L'anno scorso ha giocato tutto l'anno a 87 chili, in ritiro si è presentato con 86 chili, a Barcellona vinse il Pallone d'oro oscillando tra 81 e 82 chili».
Scusi Allegri, ma come si mette col ruolo: il presidente Berlusconi lo vede trequartista…
«Sulle questione tattiche la penso così: i difensori, specie quelli italiani, soffrono quei rivali che non danno punti di riferimento, tipo Sneijder, per esempio, variabile impazzita dell'Inter. Dinho può fare tutto, giocare largo a sinistra e poi venire sul centro per rifinire. Giocare fisso dietro le due punte significa finire in bocca al medianone avversario. Noi giocheremo con due attaccanti più vicini, Pato, l'ha dimostrato col Brasile, può fare anche la prima punta, il centravanti».
Come Prandelli, anche lei e il suo Milan, caro Allegri dipendente da Pirlo…
«Certo. Se lui da i tempi di gioco alla squadra, il Milan decolla, Andrea ha una qualità super. E quando non sarà disponibile, Seedorf prenderà il suo posto. Gliel'ho detto a Clarence…».
E come ha reagito?
«In un mese di allenamenti, non ne ha saltato uno e tutti svolti con una grande intensità».
Quanto valgono i giovani finora messi in vetrina?
«Non possiamo schiacciarli sotto il peso delle responsabilità, lasciamoli crescere. Merkel è un '92, deve costruirsi fisicamente, Beretta sembra destinato a grandi traguardi».
Non è un Milan ancora troppo datato?
«Adesso siamo al completo anche a centrocampo. Poi se ci sarà qualche partenza, provvederemo. Mancano quasi tre settimane alla chiusura del mercato. Ma insistere sulla storia del Milan molto vecchio è un errore: la nuova generazione c'è e sta crescendo. Flamini, per esempio, ha fatto meno finora».
Ha scelto il portiere titolare?
«Abbiati sta benissimo e sarà il numero uno, ma siamo tutti molto contenti di Amelia».
Gattuso e Zambrotta sono stati liquidati dal mondiale con l'etichetta di "bolliti": come li ha trovati?
«Zambrotta è stato il migliore degli azzurri, nelle tre partite del mondiale. A Rino ho parlato chiaro, a Forte dei Marmi, insieme con Galliani. Gli ho detto: non so se giocherai 10, 15 o 45 partite, ma so che sei importante per il Milan e che insieme lotteremo per vincere qualcosa».
Ma scusi, come riuscirà a colmare i 12 punti di distacco dall'Inter?
«Non voglio dare i numeri. Eppoi ricordatevelo: basta vincere con le medio-piccole, perché poi con le grandi si può anche pareggiare. Così si vincono gli scudetti. La Juve di Boniperti e Trap docet. Noi e la Roma andremo a caccia dell'Inter e la Juve solida costruita da Delneri sarà della compagnia».
A proposito di Inter: meglio o peggio senza Mourinho?
«Conosco poco lo spagnolo, ho affrontato e scambiato impressioni col portoghese. Anzi: qualche volta l'ho pure battuto e un paio di volte ha pure rubacchiato contro il mio Cagliari».
Come va con Berlusconi?
«Benissimo. Ci sentiamo spesso, tre-quattro volte da quando siamo al lavoro, eppure ha dei bei problemi da risolvere in questi giorni. Si informa, chiede dettagli, si raccomanda di fare bene».
Zac le ha raccomandato di non fare il suo errore: ha letto?
«Certo, io non sono permaloso e sono aperto al dialogo e al confronto. Specie, poi, con uno come Berlusconi che ha vinto tutto il possibile nel calcio italiano e mondiale. Da uno come lui che è stato a capo di un'azienda con oltre 20 mila dipendenti, si può imparare molto».
C'è chi l'accusa di fare mobbing tenendo fuori Kaladze e Jankulovski: come si difende?
«Ho 12 difensori, ne devo schierare 4 in campo e 2 in panchina, sono costretto a fare delle scelte. E non sono influenzato dalla società. Ai due non posso muovere appunti per la dedizione in allenamento».
Parlano bene di Papastathopoulos: sarà una sorpresa?
«Da esterno deve migliorare, da centrale è più affidabile. La mia massima è la seguente: i giocatori bravi possono diventare più bravi, quelli scarsi possono al massimo diventare meno scarsi. I miracoli li faceva solo padre Pio quando era in vita».
Scelga i tre migliori giovani italiani…
«Ranocchia in difesa, Poli a centrocampo e Paloschi in attacco»".
A chi darebbe il Pallone d'oro?
«A Sneijder».
Se potesse sognare un grande acquisto, chi vorrebbe al Milan?
«Il Ronaldinho vero».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.