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Milan, dietro Gilardino spunta Van Nistelrooy

Franco Ordine

«Su una cosa garantisco: lunedì sera (stasera per chi legge, ndr) il Milan avrà la quarta punta». Prima di scendere in garage e raggiungere in macchina Milanello, all’ora di colazione, Adriano Galliani, vicepresidente esecutivo del Milan, sembra scortato da una granitica sicurezza ed è pronto a spedire una garanzia scritta ai tifosi del Milan in ansia. Non ci vuol molto per svelare l’identità del quarto attaccante da affiancare a Shevchenko, Vieri e Inzaghi: Gilardino oppure Van Nistelrooy, l’olandese del Manchester United. «Preparo una sorpresina a quelli del Parma» è l’altra frase licenziata dal vicepresidente vicario del Milan. Conoscendo gli usi e i costumi del dirigente equivale a una promessa più che a una minaccia. Di qui la spiegazione del programma personale cambiato in corsa: niente fine settimana in Sardegna ma un supplemento di lavoro, con colazione al tavolo di Ancelotti per decidere sulle caratteristiche del sostituto di Gilardino e trovare l’intesa con lo staff tecnico. La fase due del piano “Milan senza Gilardino” è già partita e se nel giro delle prossime ore non dovesse arrivare il sospirato sì da parte di Enrico Bondi, commissario straordinario della Parmalat, la strategia è già definita. L’ha anticipata ieri, in una nota che ha valore di lettera d’intenti spedita al Parma-calcio, il procuratore del centravanti biellese Beppe Sonetto. «Nessuno pensi che una eventuale rottura del negoziato col Milan possa portare, dopo venti giorni, a una ricomposizione della trattativa. O si decide di cedere Gilardino oppure Gilardino si presenta in ritiro martedì e l’argomento si chiude. Definitivamente. Fino alla naturale scadenza del contratto» l’appuntita dichiarazione dell’agente che è uscito allo scoperto schierandosi, con decisione, dalla parte di via Turati.
La storiella del permesso del giudice fallimentare da incassare prima di licenziare la trattativa, dell’asta pubblica da indire per scoprire se esiste un altro acquirente di Gilardino, sono una trovata di Enrico Bondi e del suo staff per tenere sulla corda il Milan e provare a strappargli un “rinforzino” sul prezzo già pattuito di 24 milioni di euro, pagamento in tre rate annuali. Perché mai non è intervenuto il suddetto magistrato per frenare la cessione, in prestito gratuito, del portiere Frey alla Fiorentina di Della Valle? Perché mai non ha indetto un’asta pubblica per decidere l’identità o lo stipendio dell’allenatore da schierare in panchina? Sono scuse, scuse banali per giocare al rialzo. L’obiezione più importante l’ha mossa ancora una volta Beppe Sonetto, il procuratore di Gilardino. «Io non mi intendo di interrogazioni parlamentari, però mi chiedo se il Parma-calcio, nelle condizioni in cui si ritrova, possa rinunciare a un affare complessivo di 35 milioni di euro» è la sua staffilata a Bondi. Bonetto ha fatto un po’ di conti in tasca a Collecchio. Ventiquattro sono i milioni che il club può incassare dal Milan, sia pure in tre rate; a questa cifra, che è record in Europa nell’ambito del calcio-mercato (primato finora posseduto dalla Juventus la quale ha versato 20 milioni di euro all’Arsenal per Vieira), bisognerà aggiungere il beneficio determinato dalla rinuncia di Gilardino ad incassare i benefit promessi dal contratto, royalties sulla vendita e premi vari legati alla produzione di gol (1 milione e 100mila euro) più la spesa del contratto biennale da 4 milioni lordi a stagione da versare al centravanti. «L’unica offerta alternativa fu presentata a suo tempo dalla Fiorentina» è l’ultima annotazione di Bonetto: come a dire, dopo l’acquisto di Toni dal Palermo, Della Valle ha colmato la lacuna e non c’è all’orizzonte alcun concorrente per il Milan.
Anche a Parma, come hanno preso a fare Casini e Follini in politica, si sono divisi i compiti: Bondi fa il duro, Cinquini, il ds fa il diplomatico ma sono entrambi facce della stessa medaglia. Perciò Galliani, dopo il vertice di ieri a Milanello con Ancelotti, ha deciso di chiudere ogni canale con Collecchio e di dedicarsi alla “sorpresina”. Stasera, scaduto l’ultimatum spedito giovedì scorso al governatore della Parmalat, in caso di mancato invio in Lega del contratto di Gilardino, il dirigente milanista ha intenzione di svelare al canale rossonero, «MilanChannel», l’alternativa al centravanti della Nazionale. E su questo punto il primo della lista è l’olandese Van Nistelrooy, bomber del Manchester United. Il suo procuratore è già passato da via Turati, ha discusso a lungo con Braida, c’è insomma un contatto avviato e una bel pezzo di trattativa eseguita. Bisognerebbe solo chiudere, magari con uno scambio di intenti via fax, prima di volare a Manchester per definire l’intesa. Dietro l’olandese, la cui candidatura è condivisa da Stam, c’è subito Iaquinta, ultimo è Corradi (che partirà per gli Usa come prestito). La quarta punta al Milan non è un lusso ma una necessità dopo la cessione di Tomasson e le vicende di Shevchenko che ha scelto di farsi operare (per rimuovere le placche inserite dopo l’infortunio al volto) in coincidenza dell’inizio del ritiro e non prima, in modo da farsi trovare pronto e abile il giorno del raduno. Con la conseguenza, non proprio di piccolo conto, di saltare la tournee negli Usa e di restare a Milanello per recuperare la preparazione perduta. L’episodio ha lasciato interdetti alcuni esponenti della vecchia guardia milanista, preoccupato Ancelotti e reso non proprio felice Galliani. L’ucraino (cambiato all’improvviso dopo il successo del Pallone d’oro e le proposte indecenti di Abramovich) può diventare il prossimo tormento del Milan.

Altro che Gilardino.

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