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Il Milan per l’Uefa diventa un caso: Champions a rischio

Oggi in Svizzera esame etico, una novità, prima del sorteggio domani: «Fuori chi discredita il calcio». E la Francia vuole un posto in più

Gian Piero Scevola

Calciopoli lascia il segno e non accenna a placarsi. Neppure 24 ore dopo aver ritrovato la Champions, almeno nei preliminari, il Milan rischia di ritrovarsi estromesso dalla coppa più prestigiosa. Un pericolo possibile, ma che difficilmente si concretizzerà, anche se le avvisaglie sembrano abbastanza preoccupanti, con la Francia, ancora lei, sullo sfondo. Questa mattina a Nyon, in vista del sorteggio di domani, rischia di esplodere un autentico giallo, perché l’Uefa sembra aver sollevato perplessità sulla partecipazione del Milan. Una conseguenza diretta dei 30 punti di penalizzazione subiti nella scorsa stagione, degli 8 che si porta sulle spalle nella prossima, dei 9 mesi di inibizione ad Adriano Galliani e dei 2 anni e 6 mesi di inibizione inflitti all’addetto agli arbitri, Leonardo Meani.
Ma il caso è davvero strano perché la federazione europea non ha emesso alcun comunicato ufficiale; niente è stato detto al Milan sull’apertura di un procedimento disciplinare o quantomeno informativo nei suoi confronti. Però l’ammissione del Milan e degli altri club italiani alle coppe europee deve essere ancora formalizzata e «non è usuale per la commissione d’emergenza riunirsi per decidere sugli accessi dei club - ha voluto sottolineare il portavoce dell’Uefa -. L’incontro è stato convocato per esaminare tutte le posizioni, in particolare l'ammissione di quelli italiani».
Il rappresentante del massimo organo calcistico europeo lascia intendere che non tutto è scontato. La commissione d’emergenza dell’Uefa, presieduta dal presidente Johansson, è composta anche dal vicepresidente turco Senes Erzik, dall’olandese Jeu Sprengers e da un altro membro del comitato esecutivo, mentre a disposizione in videoconferenza saranno gli altri membri allertati per questo caso inusuale e mai registratosi negli annali dell’Uefa.
Con l'introduzione del sistema delle licenze Uefa, l'ammissione dei club alle coppe non è legata solo alla posizione raggiunta nel campionato. «I club devono essere solidi anche dal punto di vista etico e l'ultima parola sull’ammissione dipende proprio dall’Uefa - ha aggiunto il portavoce -. Le società che hanno gettato discredito sul mondo del calcio, o sono coinvolte in attività illecite, non necessariamente giocheranno nelle coppe, anche se la classifica del loro campionato li ammette di diritto. Le coppe europee per club sono competizioni Uefa e le regole le stabilisce quest’istituzione».
Parole chiare e minacciose che fanno pensare a qualcosa di rancoroso e vendicativo nei confronti del calcio italiano che non trova certo pace dopo il successo di Berlino. E dietro c’è una volta ancora la Francia. Il Lens, quarto classificato, ha chiesto un posto in Champions. E se fosse quello del Milan? A tanti, e non solo a Joseph Blatter, non è andato giù che il mondiale in Germania si sia tinto d’azzurro. E lo sta a dimostrare il caso Zidane-Materazzi, con l’interista squalificato per due giornate. E anche questa è stata una prima volta.
Non è solo l’Uefa a preoccupare il Milan, perché proprio in queste ore i rossoneri devono decidere se ricorrere alla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni dove si potrebbero ottenere «sconti» sulla penalizzazione subita (8 punti). Galliani ricorrerà in proprio per la sua inibizione e vorrebbe lasciare fuori il Milan (così aveva detto a caldo martedì sera dopo le sentenze), ma sembra abbia cambiato opinione. L’avvocato Leandro Cantamessa è sicuro invece del ricorso al Coni sia per Galliani che per il Milan. Ma a decidere sarà uno solo e in tempi brevi: il presidente Silvio Berlusconi.

È da lui infatti che Galliani sta aspettando l’input.

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