Il Milan paga pedaggio alle nazionali e cerca una notte di fuga

Il Milan paga pedaggio alle nazionali  e cerca una notte di fuga

nostro inviato a Milanello
«Siamo pronti a tornare da soli in testa al campionato, anche solo per un giorno, per una notte appena, ma non mi ricordo nemmeno quando vi siamo stati l’ultima volta». Così Carlo Ancelotti riapre l’attenzione sul campionato e mette da parte il tema nazionali che, almeno oggi, vede il Milan costretto a pagare un pedaggio pesante. Andiamo per gradi: era il 16 maggio 2004, ultima giornata di quel campionato, che il Milan conquistò con 82 punti davanti ai 71 della Roma, ultima volta che i rossoneri videro la testa solitaria della classifica.
Capitolo nazionali e qui Ancelotti fa buon viso a cattiva sorte. «Contro il Siena ci saranno assenze importanti a causa delle nazionali: Kakà e Pirlo non hanno recuperato e poi martedì ci sarà una gara importante col Benfica e in questi casi è meglio non rischiare. Oddo ha un affaticamento al polpaccio», precisa il tecnico che non ritiene però di avere problemi. «Avremo un centrocampo inedito con Gattuso, Emerson e Brocchi: Seedorf farà il trequartista, il ruolo che preferisce e quanto a punte, siamo a posto con Inzaghi (ha un problema al collo) e Gilardino. Certo che con Pirlo avremmo più facilità di gioco e profondità, mentre Emerson garantisce più protezione davanti alla difesa». Ancelotti dimostra di avere il massimo rispetto per il Siena: «Squadra vivace, con un gran ritmo e velocità, anche se forse difettano un po’ d’esperienza».
Quella che non manca di certo ai rossoneri, con il tecnico che dimostra la massima sicurezza malgrado l’assenza di Kakà: «Non sono affatto spaventato, Gila e Inzaghi sono affidabili e poi abbiamo altre soluzioni con i trequartisti. E poi abbiamo una rosa talmente ampia da sopperire a qualsiasi problema, anche quelli forniteci dalle nazionali. Il calendario è molto fitto, è necessario giocare il sabato, ma diventa un problema recuperare tutti per le sfide di Champions».
Ancelotti non si piange addosso e gli occhi gli si illuminano quando gli si chiede di Pato: «È molto bravo, veloce, reattivo, rapido e coordinato. Secondo me ha le caratteristiche del grande campione». Gli si alza invece il sopracciglio quando deve parlare di Ronaldo: «Ronie sta recuperando, lo vedo sereno ma non faccio previsioni sul suo rientro, c’è già stata troppa confusione. Forse qualche valutazione sulle sue condizioni è stata errata, è lui il penalizzato e ci dispiace. È stato un recupero più lento del previsto, ma non ci sono altre dietrologie. Io mi sono fatto un’idea, ma non la dico».
Mano tesa anche ad Alex Del Piero, in tribuna a Kiev: «È intelligente, capisce certe situazioni, sa accettare l’utilizzo non continuativo. Conta la qualità, non la quantità. È il caso di Inzaghi che vuole sempre giocare e varrà anche per Ronaldo». Una battuta su Costacurta richiesto da Briatore nel Queen’s Park Rangers: «Starà a lui prendere certe decisioni. Prima o poi bisognerà camminare da soli. Noi siamo un bel gruppo, ma io cerco egoisticamente di spingerli via anche in vista del fatto che il prossimo allenatore sarà certamente un ex giocatore del Milan e qui siamo davvero in tanti: Tassotti, Galli, Baresi, Evani, Gullit, Van Basten e... Donadoni. Ma su uno scambio di panchina con Roberto, non dico proprio niente», e giù una bella risata.


Kakà resta dunque a casa, ma una sua intervista al sito dell’Uefa sa tanto di investitura per il prossimo Pallone d’oro: «Nessuno ha mai vinto la Champions per due anni consecutivi e io voglio farlo col Milan. Adesso poi mi piace partire alle spalle dei miei attaccanti e fare gol. Insomma, non sono appagato». In parole povere: Kakà ha ancora fame di vittorie. E il Milan sentitamente ringrazia.

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