Il Milan è poco inglese: battuto anche a Manchester

In questo Milan d’agosto il bel tempo sembra non arrivare mai. I cinque schiaffi moscoviti e i rimbrotti di Ancelotti e Galliani danno solamente una leggera scossa al febbricitante spogliatoio rossonero: contro il Manchester City, di sicuro più avanti nella preparazione avendo già disputato un preliminare di coppa Uefa, la squadra gioca a un ritmo superiore alle ultime uscite, ma la prima vittoria stagionale - contro Juve e Inter il successo era arrivato solamente ai calci di rigore -, rimane ancora il sogno di una notte di mezza estate: Bojinov s’inventa una girata incredibile e al Milan non resta che aspettare tempi migliori. E Ancelotti, al termine, non può che ammettere: «Piccoli miglioramenti, ma siamo ancora lontani dalla condizione migliore».
Anche a Manchester, il tecnico rossonero deve far fronte a una lunga lista di indisponibili e infortunati: a Pato e Ronaldinho impegnati alle Olimpiadi con la selezione brasiliana (oggi alle 11 contro la Nuova Zelanda) e agli infortunati Borriello, Inzaghi e Kakà, venerdì si è aggiunto il difensore Kakhaber Kaladze, bloccato da un risentimento al ginocchio: nonostante i suggerimenti di Galliani, Ancelotti sceglie Maldini al centro della difesa e disegna un centrocampo inedito per questo «strano» avvio di stagione rossonero con Ambrosini e Gattuso gladiatori ai fianchi di Flamini - uno dei migliori in campo - e Pirlo trequartista avanzato, come ai tempi di Brescia e Inter, a comporre l’albero di Natale con Seedorf e Paloschi.
È proprio Paloschi - lasciato a riposo per lungo tempo nella sciagurata amichevole con il Chelsea - il più attivo e pimpante nei rossoneri: corre, si danna l’anima alla ricerca della profondità e per ben due volte - ottimamente servito prima da Seedorf, poi da Pirlo - si presenta al tiro dalle parti di Hart, superbo nel disinnescare in entrambe le occasioni i diagonali a incrociare del giovane rossonero. Tutto questo succede nei primi quindici minuti di gara, prima che le difficoltà croniche della difesa rossonera venissero nuovamente a galla - come accaduto contro la Juventus e contro il Chelsea - colpite dalla velocità di Bojinov che dalle parti di Jankulovski sfondava più volte con allarmante facilità. E con altrettanta facilità il bulgaro gira solo soletto alle spalle dell’incolpevole Dida una palla vagante in mezzo all’area.

È il 37’ della ripresa, e fino a quel momento il portiere brasiliano - preferito ieri a Kalac e Abbiati - si era messo in luce solamente franando in malo modo su Vassell nel cuore dell’area: per il resto normale amministrazione, prima di avventurarsi in giudizi troppo affrettati meglio attendere la prossima prestazione.
Nella ripresa poche emozioni, c’è spazio per l’esordio del giovane Tabaré Viudez, tanta corsa e buona volontà: ma in questo Milan chiunque farebbe fatica a mettersi in luce.

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