Il Milan per restare primo: «Vietato incasinarci»

Il Palermo come trampolino di lancio, i bielorussi del Bate Borisov per provare a stare davanti al Barcellona nel girone di Champions (non accade dal 2007). Adesso che il Milan rivede la luce in fondo al tunnel, ecco fissato il nuovo obiettivo: un mese decisivo, prima della prossima sosta, per rimettere in sesto i conti della classifica e per prepararsi alla sfida di ritorno col Barcellona. Utilizzando, come tigre nel motore, persino le critiche spietate confezionate sul conto dei campioni maltrattati dalla Juve, a Torino. «Quelle furono meritate, le altre no, ci dipingevano come squadra materasso» la spiegazione di Allegri uscito dalla linea Galliani polemico con i media, specie nella valutazione dei due nuovi acquisti, Aquilani e Nocerino, definiti “scarsi“ con un pizzico di fretta. Più affilata la stoccata riservata alla campagna di stampa lanciata da Mazzarri e condivisa da Antonio Conte tesa a proteggere il calcio positivo da quello distruttivo. «Noi possiamo solo trarne beneficio » la replica di Allegri risoluto nel dettare la linea anche in Europa. «In Champions non dobbiamo incasinarci» è l’unica raccomandazione del livornese alla truppa che non riesce ancora a recuperare il meglio a disposizione in centrocampo (Ambrosini, Seedorf e Gattuso sono ancora malinconicamente fuori).
Che sia cominciata un’altra epoca, oltre che un’altra stagione, al Milan, è testimoniato anche dai giudizi al miele riservati a Cassano. Antonio giocherà di sicuro (in panchina arruolato il giovane Ganz). «Adesso dà una mano anche dietro» la segnalazione di Allegri condivisa in pubblico da Thiago Silva. A massaggiare il cuore del Milan provvede proprio il brasiliano, stasera a riposo precauzionale (al suo posto si rivede Yepes, finalmente ristabilito) con un paio di frasi che lampeggiano nel martedì rossonero. «Ho detto a Galliani e al mio procuratore che sono felicissimo di restare al Milan fino alla conclusione del contratto. Mi piacerebbe chiudere da capitano come Baresi e Paolo Maldini anche se sono ancora lontano dai due grandi» la prima dichiarazione d’amore. Seguita da una seconda, indiretta, destinata al calcio italiano.

«Non è vero che il campionato italiano fa schifo, qui conta di più la fase difensiva, ma è molto competitivo ed è difficile da praticare» la sua teoria che contrasta con quella dell’intellighenzia nostrana. Attenzione al trequartista: confermato Robinho, utilissimo. Boateng in panchina è un messaggio al navigante: si dia una regolata.

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