Milan senza Maldini, ma con Berlusconi

Il Totti che non conosci e che non t’aspetti. Adesso vuole lasciare l’Assocalciatori se le proposte che vengono fatte non vengono accettate, entra duro su Demetrio Albertini, vicepresidente federale, e su chi non ascolta i giocatori a proposito di nazionale: federcalcio e lega. In un’intervista rilasciata al mensile Numberten, il capitano della Roma non risparmia critiche all’ex milanista che lo ha pungolato dicendo che avrebbe potuto dare una mano alla nazionale. «Non so perchè fa così», dice il capitano della Roma, «magari glielo impongono. In ogni caso non mi preoccupo troppo di lui, va dove tira il vento ed è uno dei tanti che parlano a sproposito. Ma ormai mi scivola tutto addosso». Riferitegli le frasi di Totti, Albertini si è chiuso nel silenzio mordendosi le labbra, un «no comment» che la dice lunga sull’umore e sulla voglia di cantargliene quattro.
Sulla nazionale Totti si ripete: non può giocare tutte le partite della Roma e degli azzurri, si è sentito con Riva e Donadoni dicendo loro che rinunciava alla nazionale. Ma il Pupone non non ha mandato giù il fatto che la data di inizio dei campionati sia stata decisa senza ascoltare le esigenze dei calciatori. «Ormai ho deciso: o ci ascoltano o lascio l’Aic. Immediatamente», il suo diktat. «Noi siamo gli attori principali ma anche quelli che non vengono mai ascoltati e questo è il momento di far sentire la nostra voce. Volevamo partire una settimana prima per avere a Natale una settimana in più di riposo e per consentire alla nazionale di arrivare più preparata ai decisivi scontri di settembre. Chi decide se ne è fregato delle necessità di Donadoni». Ad Antonio Matarrese e a Sergio Campana, rispettivamente presidenti di Lega e Assocalciatori, saranno fischiate le orecchie, perchè sono loro, con il presidente federale Abete, i destinatari delle critiche. E Totti fa anche due proposte: «D’estate è bello giocare la sera, d’inverno invece tutti alle 15 con un anticipo alle 13, magari preceduto da una partita del settore giovanile. L’antidoping? Ma chi è tanto scemo da doparsi in prossimità delle partite? Sarebbe il caso di fare i controlli a sorpresa, durante la settimana».
Da Totti alla Roma. Capitolo Inter e tormentone Chivu. L’uscita di Spalletti («Felice se Chivu resta»), non ha commosso Victor Becali, procuratore del romeno che, abbastanza seccato, ha dichiarato: «Non abbiamo parlato di rinnovo o prolungamento del contratto, né ho intenzione di farlo». Una bella chiacchierata invece, galeotto l’invito di Matarrese, potrebbero farla domani pomeriggio in una saletta riservata della Figc, Massimo Moratti e Rosella Sensi in occasione del consiglio federale.
Altro mercato: la Juve ha rinunciato a Cannavaro, inseguito anche dal Chelsea, ma destinato a fermarsi a Madrid per tentare di vincere la Champions. Poi ritornerà a Napoli o Torino. Ufficiale l’acquisto di Andrade: 10 milioni al Deportivo pagabili in tre rate e tre anni di contratto al giocatore a 2 milioni a stagione.
Il presidente del Barcellona, Juan Laporta gela il Milan: «Eto’o non è in vendita, si sta già allenando e ha grandi aspettative con la maglia azulgrana», mentre da Los Angeles Drogba fa sapere che potrebbe anche andarsene. A sua volta Shevchenko non si decide ad ammettere con Abramovic la voglia di tornare rossonero.

Intanto il neo giallorosso Giuly (3,5 milioni al Barcellona) ha effettuato le visite mediche e firmato un triennale di 1,8 milioni netti a stagione. Salvatore Lanna è del Torino (3 anni a 300mila euro a stagione); il Palermo ha dato in prestito Mariano Gonzalez al Porto e il Cska Moska fa ponti d’oro a Fabio Capello per averlo subito, a campionato già iniziato.

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