da Milano
Meno uno, ancora nove alla fine, ma la corsa Champions per il Milan appare sempre più complicata.
E meno male che anche la Fiorentina si è fermata, perché altrimenti la serata del Milan sarebbe stata davvero fallimentare. Ma troppo sorridere non possono i rossoneri, perché la Sampdoria ha dato loro unautentica lezione di gioco con un primo tempo scintillante, tutto movimento e concretezza. Doti che sono mancate al Milan di ieri sera, caratteristiche che sembravano ritrovate allOlimpico sabato scorso, ma che a San Siro devono essere state dimenticate nello spogliatoio. Soprattutto nel primo tempo perché nella ripresa, dopo una bella strigliata di Ancelotti, la squadra è apparsa rigenerata, piena di grinta e anche tonica e, in tanti, non riescono a spiegarsi il cambiamento sostanziale da un tempo allaltro.
Certo, la Samp, sopra di due gol, ha abbassato la guardia, si è fatta schiacciare troppo, forse convinta davere già i tre punti in tasca. Troppa grazia, perché il vecchio cuore Milan è venuto fuori, trascinato dalla solita tifoseria che si comporta come fosse un giocatore in più. Ma, alla fine, sono i doriani a gioire, a restare in zona Uefa e a cominciare magari a pensare anche alla Champions.
Parte forte la Samp e al 3 Bonazzoli costringe Kalac a respingere a terra. Lucchini si fa ammonire su Kakà e, dopo pochi minuti, il Pallone doro alza bandiera bianca e se ne va per il riacutizzarsi della sciatalgia ma soprattutto con un problema al flessore. Il Milan accusa il colpo e smarrisce la bussola: Pirlo latita, Pato ci mette classe e impegno, ma la difesa fa acqua e apre buchi da tutte le parti. E al 12, dopo una rimessa laterale, una combinazione Bonazzoli-Sammarco-Maggio, mette in condizione il numero sette blucerchiato di battere Kalac, sorpreso, a un passo dalla fatidica linea bianca. Con Jankulovski a giocare alle belle statuine e a restare colpevolmente immobile. Il Milan resta di sasso e la Samp ne approfitta. Dopo una punizione di Pirlo al 18 che Ambrosini in spaccata non riesce a mettere dentro, e un tiro fuori di Paloschi, la Samp al 25 raddoppia. Sbaglia Seedorf, pretenzioso con un colpo di tacco dato agli avversari, leterno Volpi fa partire il contropiede, lancia Delvecchio che gli restituisce il pallone anticipando Nesta. Volpi glielo ridà nel corridoio e Delvecchio si beve in dribbling lincerto Nesta e lo smarrito Jankulovski mettendo il pallone alle spalle di Kalac che riesce solo a sfiorare con la mano.
Apriti cielo, ma dovè il Milan?
Anche perché al 31 una punizione di Volpi fa venire i brividi passando a millimetri uno dal palo alla destra di Kalac. E poi al 41, su scambio Delvecchio-Bonazzoli, è Maggio a sparare alto a tu per tu col portiere rossonero, mangiandosi la più ghiotta delle occasioni. Un primo tempo che legittima le ambizioni della Samp e boccia i rossoneri nella volata Champions. Non basta una ripresa tutto cuore e grinta a rilanciare le ambizioni di Pato e compagni.
Lassenza di Kakà si fa sentire troppo, Pirlo cresce ma non più di tanto e Seedorf appare involuto e poco incisivo. Ma le tappe sono ancora nove, il traguardo non è irraggiungibile, peccato che ora i concorrenti aumentino e non ci sia solo la Fiorentina da tenere nel mirino. Perché alle spalle, Sampdoria e Udinese premono.
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