Il Milan si tiene stretto Pippo ma prenota Maxi Lopez

Se tutti noi avessimo l’energia sprigionata da Pippo Inzaghi, anche la lotta alla sclerosi multipla, della quale Pippo è diventato testimonial, avrebbe un successo assicurato. «Se non mi fanno giocare io impazzisco» è la sua frase simbolo che offre la spiegazione e la chiave di lettura del personaggio, per questo stesso motivo molto caro al popolo dei suoi tifosi, un po’ meno agli allenatori che ne devono gestire gli umori e le paturnie. Il giorno dopo il ritorno sul prato di San Siro, contro il Catania, con la sensazione unica di uno stadio che lo invoca e un gol sfiorato, Pippo Inzaghi si è presentato in pubblico per mettere fine alla guerra sotterranea con Allegri e sottoscrivere la pace pubblica col Milan. «Con questa maglia vorrei chiudere la mia carriera» il pistolotto del centravanti che non ha mai smesso, nemmeno nei giorni malinconici dell’esclusione dalla lista Champions («faccio finta di aver avuto 6 giornate di squalifica»), di sudare e faticare duro a Milanello. «Fino a quando proverò la magia nel salire sul pullman che mi porta a San Siro, io sarò Inzaghi» la sua confessione che si concilia perfettamente con qualche particolare rimasto segreto. Tipo l’sms speditogli da Ibrahimovic prima di partire per Stoccolma dove ha ritirato il Pallone d’oro svedese. «Mi ha scritto: avrei voluto farti fare gol. Questo è il Milan» la chiosa di Pippo che ha presentato il suo libro («SuperPippo, re del gol»), ricco dei disegni di Cesare Righi e della prefazione di Carlo Pellegatti (i fondi sono destinati all’Aism).
Se tutti avessero l’energia che si sprigiona dalle parole di Pippo («io non discuto le scelte di Allegri, dico solo che se le accettassi senza fiatare dovrei andare a casa»), non servirebbero rinforzi in attacco al Milan che sta mietendo gol e punti con una risalita degna di un’autentica «remontada». E invece, come gli ha... quasi assicurato Galliani («so che ci tieni a far gol in Europa»), Pippo sarà iscritto nella lista da fine febbraio ma avrà di sicuro al suo fianco un altro compagno d’avventura che riscaldi la poltrona destinata ad Antonio Cassano. «Prenderemo solo un attaccante in prestito fino a giugno» è la spiegazione didascalica del vice Berlusconi che ha anche definito Maxi Lopez «uno da Milan, ma ci sono diverse ipotesi», con un giudizio che in effetti può dare vita alla trattativa canonica con il club siciliano. L’operazione è possibile perché al Milan non sono in grado, a gennaio, di pianificare solo un prestito che non alteri il bilancio, in entrata lo stipendio di Maxi Lopez, nemmeno molto alto, e nessun impegno sul futuro.
Se tutti avessero l’energia esplosiva di Pippo Inzaghi, «da due mesi mi alleno tutti i giorni con la squadra», anche Antonio Cassano potrebbe un giorno o l’altro alzarsi e mettersi a correre, infischiandosene di quel che è accaduto la notte al ritorno da Roma e nei giorni successivi. Proprio ieri, da casa sua, Antonio, col contributo di Pippo Sapienza, ha scritto una lettera aperta di ringraziamento a quanti, il calcio intero, senza parrocchie né divisioni settarie, si sono schierati al suo fianco. Dal presidente del Milan al presidente del Real Madrid Florentino Perez, ai medici che lo hanno preso in cura e consentito di «affrontare con coraggio questo mio “infortunio” così diverso da quelli che capitano a noi calciatori». Tenero, molto tenero il passaggio successivo dedicato a Genova, la città adottiva dove ha vissuto gli ultimi anni, dove ha conosciuto Carolina, la moglie: «Adesso osserverò un periodo di riposo a casa, restando incollato alla televisione per seguire da vicino il mio Milan, la Nazionale italiana e purtroppo anche la tragica situazione di Genova, la città che porto nel cuore e che presto saprà uscire fuori dai problemi di questi giorni». La conclusione è un atto di fede nella guarigione: «Prometto a tutti che tornerò in campo prima possibile». Farà in tempo a chiudere la stagione col Milan, probabilmente, magari non con la Nazionale. Ed è questo uno dei crucci di Fantantonio.


Se tutti avessero la carica di Inzaghi, potrebbero sperare in una guarigione come sta accadendo in queste ore a Rino Gattuso del cui miglioramento è consapevole anche Galliani. «Non sono medico ma vedo che gli modificano le lenti e che l’occhio comincia a muoversi» detta il vice Berlusconi.

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