Sabrina Cottone
da Milano
«Le condizioni igieniche e sanitarie della scuola islamica sono solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, lultimo e direi il minore dei problemi. Via Quaranta deve essere chiusa per una scelta culturale». Bruno Simini, assessore allEducazione del Comune di Milano, non nasconde dietro il dito dellinagibilità la scelta di voler chiudere la scuola di via Quaranta. «Il nostro non è uno sgombero burocratico, ma una scelta culturale per favorire lintegrazione e tutelare i diritti dei bambini. La soluzione migliore è la scuola statale». Nel giorno in cui il vertice dal prefetto di Milano, Bruno Ferrante, conferma il no alla scuola straniera e esclude che vi siano i tempi per far nascere una scuola paritaria, Simini ricorda tutti i problemi di legalità della scuola islamica sotto accusa: «In primo luogo cè levasione scolastica perché questi bambini non frequentano una scuola ma una struttura illegale. E poi cè laggravante di unassociazione organizzata al di fuori della legge che lavora per far fare altro ai bambini».
Intende dire che via Quaranta è unassociazione per delinquere finalizzata allevasione scolastica?
«Dico che la forma organizzata è unaggravante dellevasione scolastica. E dopo dodici anni di illegalità in cui nessuno ha sollevato il problema, abbiamo portato le famiglie a rendersi conto che questa situazione è intollerabile. Grazie alle denunce del Comune e alle prese di posizione del ministero dellIstruzione e dellInterno, le famiglie sono a un bivio: continuare nellimpercorribile strada dellillegalità o scegliere la scuola statale».
Qualche tempo fa lei aveva parlato della nascita di una scuola paritaria, si era discusso persino di uneventuale sede concessa dal Comune. Ha cambiato idea?
«Non ho mai proposto una sede che sdoganasse via Quaranta. La scuola paritaria è una possibilità prevista dalla legge ma a oggi dai genitori di via Quaranta non è mai stato presentato al ministero neanche un progetto di scuola paritaria, così lipotesi è fuori questione. E in ogni caso uneventuale scuola paritaria riguarderebbe solo i bambini di sei anni, quelli che ancora non vanno a scuola e quindi non sarebbe una soluzione per via Quaranta».
Letizia Moratti ha preso chiaramente posizione a favore della scuola statale. Lei concorda?
«La scuola statale è la soluzione migliore perché dà la massima garanzia di confronto e integrazione. A Milano già quattromilacinquecento bambini che provengono da Paesi del mondo arabo frequentano con profitto e soddisfazione le scuole statali. Gli insegnanti sono ben preparati alla presenza di bambini stranieri, è necessario buttare giù il muro di diffidenza. E in queste ore quattordici studentesse di via Quaranta hanno già optato per la scuola statale, credo possa essere un esempio per gli altri».
Non cè il rischio che limprovviso arrivo nelle scuole pubbliche rallenti il percorso formativo degli altri studenti?
«Non saranno concentrati in ununica scuola o in poche classi, ma distribuiti in diversi istituti. La Direzione scolastica sta già mettendo a punto un piano di inserimento che non condizioni lattività degli altri studenti».
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