Milano Celebra quattro messe, al prete «brillo» ritirano la patente

Non è bastata la «confessione». Seguita da un «Pater noster», un paio di «Ave Maria», magari con l’aggiunta di un «Gesù d’amore acceso» e atto di contrizione. Quei «miscredenti» in divisa si sono dimostrati ben poco propensi al perdono. Così niente assoluzione, anzi verbale con tanto di soldoni da pagare e soprattutto patente ritirata.
Succede tutti i giorni, direte voi. Be’, un po’ più di rado è che la vittima dell’intransigenza del Codice della strada sia un prete. Un poco alticcio, stando ai valori registrati dall’etilomentro, ma certamente un tipo da non poter definire ubriacone. Zero-otto il tasso alcolemico registratogli dall’infernale macchinetta: insomma due, tre bicchierini di vino. Ingurgitato per ragioni di lavoro. «Vin santo - sostiene a sua legittima difesa il don -. L’ho bevuto durante le messe della giornata, durante l’Offertorio che precede l’Eucarestia». Scherzi da prete? O tiri mancini del diavolo?. L’etilometro, purtroppo, non misura l’odor di zolfo. Mentre lui, giura, di essere astemio, almeno fuori dagli orari di servizio.
Il sacerdote, 41 anni, originario di Bologna, è stato fermato alla guida della sua auto l’altra sera dai carabinieri, all’uscita dell’autostrada Milano-Torino. Lui ha spiegato di non aver bevuto volutamente, ma di aver celebrato nel corso della giornata ben quattro messe, con la relativa assunzione del vin «che diventa sangue» di nostro Signore. Purtroppo per lui i militari non se ne sono accorti, o forse stavolta sulla sua strada il religioso ha trovato una coppia di atei inveterati.
L’episodio è accaduto intorno alle 22. Il sacerdote è stato fermato subito dopo il casello e sottoposto ad alcoltest per due rilevazioni: è risultato positivo con una percentuale di alcol di 0,8 e 0,7, di poco superiore a quella consentita per legge di 0,50. Così, senza ripensamenti, né se e ne ma, i «caramba» gli hanno ritirato la patente.

Ora il don ha annunciato che farà ricorso al Giudice di pace di Milano per dimostrare che l’eventuale stato alcolico non era addebitabile a una volontaria e cosciente assunzione. Si consoli. Qualche giorno fa stessa sorte era toccata a un imam. Insomma punizioni ecumeniche.

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