«A Milano ci sono opportunità di business» E il sovrano la incorona capitale degli affari

Davanti al ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, re Abdullah I di Giordania incorona Milano capitale degli affari. «Sono molto soddisfatto di questa visita. Qui ci sono molte nuove opportunità di business». Il sindaco Letizia Moratti sottolinea come «il re con la sua presenza testimoni l’attenzione nei confronti di Milano per il suo dinamismo e la sua capacità di tessere solidi rapporti internazionali a livello economico, culturale, scientifico e anche umanitario». E il governatore Roberto Formigoni ricorda anche «il gemellaggio sanitario fra l’ospedale Al Bashir di Amman e il Niguarda di Milano e i progetti di cooperazione, fra l’altro in aiuto dei profughi iracheni e per il progetto Una strada per la pace. «Tre esempi - sottolinea Formigoni - del nostro impegno a favore della pace nell'area mediorientale».
Dieci protocolli d’intesa per lo sviluppo delle relazioni economiche, la nascita del comitato di business italo-giordano e l’apertura in Italia di un ufficio dell’agenzia di promozione degli investimenti del regno di Giordania, sono i principali risultati del forum. «Abbiamo bisogno di sapere da voi cosa dobbiamo fare per rendere la Giordania più attraente per le imprese italiane», il messaggio agli imprenditori dal sovrano hascemita, re Abdullah II. «La Giordania - le parole del ministro Scajola - è in una regione molto importante per l’Italia: perseguiamo stabilità e rapporti commerciali per costruire la pace in quella terra». Presenti il vicepresidente di Confindustria Ermenegildo Zegna, il presidente di Unicredit Dietr Rampl, Salvatore Ferragamo, il presidente di Impregilo e di Bpm Massimo Ponzellini e il presidente di Assolombarda Alberto Meomartini.

Il re è stato «cordiale - spiega Bruno Ermolli, presidente di Promos - La Giordania è un Paese strategico da un punto di vista politico per come opera e si muove. E per tramite della Giordania si aprono porte, per le nostre imprese, che difficilmente si aprirebbero».

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