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Milano divisa dal doppio Adriano

Riccardo Signori

Ronaldo a Rio, ma per parlare alla polizia dei suoi droga party e delle conoscenze nel campo. Adriano a Brasilia, dopo aver drogato mezza Milano. Riaprendo il libro nerazzurro, ecco le due facce che raccontano una storia da sfogliare e risfogliare. Ronaldo bello, amato e perdente. Adriano forte, ammirato e vincente. Ronaldo è fuggito. Adriano è rimasto. Meglio dire trattenuto. Moratti pensava di aver trovato il brasiliano giusto quando si portò a casa il Fenomeno. Oggi forse ha capito di aver trovato il brasiliano giusto per vincere. Che è una cosa diversa. «Uno così non si può vendere», disse in giugno, dopo la doppietta di coppa Italia alla Roma con la quale l’Imperatore nerazzurro salutò la compagnia, prima di tornare alla nazionale. «Questo è un giocatore decisivo: sa far gol, segna in tutti i modi», ha raccontato il padrone-presidente, dopo la tripletta che ha rispedito l’Inter e i suoi cuori tifosi nel paradiso dell’ottimismo.
Adriano ha mantenuto fede alla tradizione che, da 4 anni, lo vede goleador nella prima giornata del campionato. Ma stavolta c’è qualcosa di diverso nell’aria. Il 2004 del bomberone fu stratosferico (43 reti): cannoniere nella coppa America (7 reti in 6 partite), goleador decisivo nelle ultime partite del campionato, che servivano a conquistare la Champions. Eppoi quel fulminante inizio stagione. Gol come piovesse, varietà per ogni palato, irrefrenabile, una machine gun: 14 reti in campionato, 7 tra Champions e preliminari. Peccato siano sopravvenuti la sosta di dicembre, dubbi esistenziali, sussurri amorosi del Real Madrid. Ed è cambiata la testa: non più quella dell’Adriano alla conquista del mondo, ma quella di un imperatore vanitoso, dimentico che i sudditi vanno coccolati a suon di gol. È venuto il tempo della carestia (fino a marzo cilecca e infortuni) servito, però, a ritrovare un giocatore motivato, conscio che non si può sempre perdere l’aereo.
E Adriano ha ricominciato a seguire la via che, da imperatore, lo tramutasse in conquistatore: due gol per vincere la coppa Italia, 5 reti nella Confederation cup per conquistare il cuore del tifo brasiliano, abituato più ai giocolieri che ai devastatori. Ed ora pronti via con la tripletta, la rete nel preliminare di Champions, tante belle promesse e premesse. «Voglio vincere tutto», ha detto Adriano dopo le vacanze. Stessa idea dell’anno passato, dispensata prima della sosta di Natale quando l’Inter aveva già dissipato gol e credibilità. «Ma quest’anno c’è un’altra aria», ha raccontato il bomberone, finalmente convinto che i brindisi a cicuta siano destinati a qualche altra faccia del pallone.
Magari a quella dell’Adriano che sta sull’altra sponda. C’è Adriano e Adriano. Quelli interisti(Celentano e il cannoniere) se la passano meglio del milanista. Vero, per una domenica Milano ha cambiato faccia. Anche se l’Inter è pronta agli scongiuri: ne ha viste troppe. Intanto Javier Zanetti starà fermo due mesi per una lesione all’adduttore della gamba destra (Ze Maria e Cordoba le alternative). E i suoi 12 nazionali torneranno tra giovedì e venerdì della settimana prossima, in tempo per salire sull’aereo con destinazione Palermo dove è in calendario l’anticipo del sabato pomeriggio. Adriano domenica giocherà Brasile-Cile: servirà un successo per garantire la qualificazione al mondiale. Mezza Milano farà il tifo: un successo significherà Brasile in Germania e Adriano in Italia il più possibile.

E senza altri problemi in testa, che non siano i gol per l’Inter.

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