da Bologna
Il sole oltre la siepe dove la Virtus ha eliminato Milano, la luna oltre la collina verde dove la Benetton, con l'ultimo tiro di Soragna, dopo tre triple di Mordente, ha rispedito a casa il Montepaschi che ha sprecato 15 punti di vantaggio. Bologna contro Treviso, alla decima finale di coppa Italia. Un capolavoro per i veneti, mentre la Virtus torna nei grandi territori di caccia, non vince dal 2002, in mezzo lacrime, fallimenti. Benetton per l'8ª coppa, proprio come quelle che hanno già in bacheca i loro rivali di oggi.
Non basta Gengis Gallo, il diciottenne Danilo Gallinari che porta nel futuro perché sulla sua luna non hanno catene mentali, a far diventare l'Armani la principessa di una coppa Italia che invece avrà oggi in finale la Virtus Bologna uscita dalle trappole mentali soltanto nel supplementare, raggiunta a 31 dalla fine con un tiro da 3 del ragazzo di Lodi, arrivata sull'albero della cuccagna che arricchisce in tutto quelli che organizzano con due liberi di Travis Best a marce ridotte.
Milano, per la prima volta, padrona di se stessa, abile nell'ingolosire la Virtus che, andata due volte a +11 nel 2° quarto, non aveva fatto i conti con il giovane Gallo arrivato a 22 punti in 30 minuti, pur non essendo la prima opzione dell'attacco milanese, ma il gatto sornione che si è guadagnato 8 falli, segnando 27 punti alla fine, mancando 3 tiri in tutto, non aveva considerato che per certe partite è meglio mantenere la propria identità difensiva piuttosto che farsi prendere dalla smania dell'attacco. Sulla debolezza dietro di una Virtus che si è fatta tentare dalla mela, Djordjevic ha ricostruito la partita.
Markowski trova l'ispirazione di Ilievski (18) per volare e per cadere di testa, la nuova dimensione di Giovannoni (18 e 8 rimbalzi per sentirsi quasi uomo partita), non ha mai avuto il vero Best, anche se è suo canestro a 1'19 dalla fine (85-82), con le lucine dei 24 secondi che sembravano tutte mangiate, e il Blizzard chirurgico che servirebbe, non parliamo di Lang che si fascia come una mummia e, spesso, sembra che sia così, ma Michelori e Davison hanno mascherato tutto, anche perché l'Armani non insisteva sui due centroni, mentre Vukcevic (15) ha portato il fieno che serviva. Milano e la sua frustrazione sull'ultimo tiro di energia-Green, su tante piccole cose che non l'hanno tramutata in principessa nella notte dove è stata davvero vicina ad esserlo.
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