Cultura e Spettacoli

Milano, il Palazzo di Giustizia si apre all'arte contemporanea

«La giustizia e i suoi simboli» è il titolo dell'inedita esposizione dal 24 settembre al 30 ottobre 2009 nello storico edificio disegnato da Marcello Piacentini

L'arte contemporanea dialoga con i simboli della giustizia e per la prima volta lo fa all'interno di uno dei suoi luoghi simbolo. Questo propone la mostra La giustizia e i suoi simboli, organizzata da B-artcontemporary, col patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Milano che, dal 24 settembre al 30 ottobre 2009, verrà ospitata dal Palazzo di Giustizia di Milano.
L'esposizione è curata da Victor de Circasia e presenterà 28 opere di tre artisti, Basil Beattie, Mitsuo Miyahara e Aldo Rota, che hanno lavorato, usando come fonte d'ispirazione, il tema della giustizia, i suoi simboli, il rapporto emotivo tra l'essere umano e il processo, dialogando con i grandi capolavori presenti nel Palazzo di Giustizia di Milano e la grande fisicità dell'edificio disegnato da Marcello Piacentini.
Basil Beattie (1935), uno dei maggiori artisti astratti britannici, ha sempre volto la sua attenzione su due principali soggetti - il suo intimo e la terra - e le immagini che ne risultano, rappresentano un comune, ma profondamente personale, senso dell'ordine. Nei decenni Beattie ha utilizzato tratti giocosi, piacevoli ed intriganti. La sua visione si è poi lentamente evoluta dalla metà degli anni Novanta, acquisendo un senso più ampio dei luoghi e dello spazio. Le opere recenti contengono un forte richiamo ai primi lavori e sono una testimonianza del trascorrere del tempo, testimoniato da Beattie con l'incondizionato apprezzamento delle cose più care.
Il giapponese, ma torinese d'adozione, Mitsuo Miyahara (1948) ha concentrato la sua attenzione sul tema del progetto, con un'installazione site specific composta da 18 pannelli dipinti che costituisce una testimonianza pubblica del suo profondo studio della simbologia della giustizia. Invece di porre in evidenza come lo spettatore interpreta il rapporto con le immagini, Miyahara offre una serie di elementi per studiare la simbologia dei segni. Diversamente dagli altri suoi interventi, per i quali l'artista ha tratto i soggetti dalla natura e dal paesaggio, in questo caso trae i riferimenti interamente dall'esperienza quotidiana.
Aldo Rota (1941) presenta una serie di otto tele in cui la pittura è in rilievo e mostra una superficie contorta che fa riferimento al passato più antico e alla trasformazione dei materiali quotidiani in un'idea simbolica e inorganica. I suoi dipinti, che fanno riferimento alla fisicità del palazzo e alla fisicità intellettuale della giustizia, sono allo stesso tempo sommersi e di immediata percezione, ricchi di gestualità e di esplosioni di colore monocromo, in modo da essere percepiti come sensazioni ancor più che come segni.
Questa mostra sarà anche l'occasione per ammirare l'importante collezione di opere presenti all'interno del Palazzo di Giustizia. Accompagna l'esposizione un catalogo edizioni B-artcontemporary (info: www.b-artcontemporary.

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