MilanoSpataro Armando contro Armando Spataro. I magistrati - ci hanno sempre insegnato - parlano solo attraverso gli atti giudiziari. Le requisitorie. Le ordinanze. Le sentenze. Invece Spataro si attacca alla cornetta e irrompe negli studi di Exit, il talk show condotta su La7 da Ilaria DAmico. Parla ai microfoni di Radio Capital e viene rilanciato dallagenzia Ansa. Ma perché tanta frenesia? Cè da lucidare limmagine di Giuliano Pisapia, ammaccata, va detto malamente, da Letizia Moratti e allora lex procuratore aggiunto di Milano, uno dei più autorevoli magistrati italiani, un pezzo di storia della giustizia, sente il bisogno di intervenire in diretta. Senza che nessuno glielabbia chiesto. E invece il pm è un fiume in piena: «Trovo davvero strumentale e incredibile che si possa tirare fuori questa vicenda che risale a 34 anni fa». Un attimo, ma chi è che sta parlando? Un leader politico del centrosinistra? Lavvocato difensore? No, è il pm che puntò il dito proprio contro il giovane Pisapia. «Pisapia - riprende Spataro - fu pienamente assolto sia per laccusa di banda armata sia per il furto di un furgone».
Perfetto, ma fu proprio Spataro nel 1982 a scrivere la monumentale requisitoria contro Prima linea, una delle più feroci e sanguinarie formazioni terroristiche della storia italiana, la stessa per intenderci che assassinò i giudici Emilio Alessandrini e Guido Galli, appena celebrati nella commozione generale a Palazzo di giustizia. Al termine di quella requisitoria, poi sconfessata dal giudice istruttore, fu proprio Spataro a chiedere il rinvio a giudizio di Pisapia per banda armata. Fu Spataro a sostenere laccusa, e a cercare di dimostrare che il giovane avvocato milanese, figlio di Giandomenico, uno dei più grandi penalisti del Novecento, era sulla soglia dingresso di Prima linea.
A pagina 718 della sua requisitoria scriveva: «Occorre affermare che ad avviso del Pm i due imputati (Giuliano Pisapia e il cugino Massimo Trolli, ndr) devono essere ritenuti responsabili anche del reato associativo loro contestato: lipotesi secondo cui il sequestro di William Sisti sarebbe stata unazione progettata allinterno del cosiddetto movimento e non in Prima linea è semplicemente assurda e fuori dalla realtà di azioni analoghe e della lotta armata nel paese ed in Milano anche negli anni 76-77».
E per puntellare le sue dichiarazioni, Spataro si appoggiava ad alcuni pentiti storici e aggiungeva altri elementi raccolti nellinchiesta.
Andò in un altro modo. Il reato di banda armata evaporò davanti al giudice istruttore che affondò il ragionamento del pm. E per il furto dellauto, che doveva servire per il sequestro mai andato in porto, Pisapia venne assolto nel merito in appello. È bene ricordarlo come è ben sapere che lui e suo cugino negarono sempre ogni responsabilità. Fin qui la storia, e la storia di una stagione cruenta e cupa su cui ciascuno è libero di formarsi un giudizio culturale e politico.
Quel che non sera mai vista è la corsa di un magistrato, per di più uno che ha condotto inchieste memorabili, ad autocriticarsi. Precisazioni. Rettifiche. Disquisizioni in punta di diritto. E la coscienza, spiega Spataro. Chapeau. Il pm parla come neanche lo staff del candidato sindaco del centrosinistra e meglio di un ufficio stampa. Una volta a tirare fuori dai guai i ragazzi che sognavano la rivoluzione cera Soccorso rosso, con i suoi avvocati dedicati alla stessa causa dei giovani dietro le sbarre. Ora il soccorso arriva direttamente dalla magistratura e anche questo è un segno dei tempi.
Oggi la magistratura detta spesso la linea politica e lagenda del palazzo, ma qua siamo oltre: il pm lascia la trincea e va a correggere di proprio pugno le biografie dei leader. Anzi, la biografia che lui ha contribuito a scrivere, decidendo un arresto, ingiusto fin che si vuole, trenta e passa anni fa.
I magistrati parlano solo con gli atti. Ma non sempre. A volte vanno in tv, partecipano ai comizi, tentano la carta della politica. Recentemente il segretario del loro sindacato Giuseppe Cascini è arrivato al punto di dire che questa maggioranza non ha i titoli morali e politici per dettare le riforme. Unaffermazione senza precedenti. Ma non sera ancora affacciato il magistrato pronto a esternare contro linchiesta che lui stesso aveva condotto.
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