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Milano sfida Treviso E torna la moviola

Oscar Eleni

In piazza dei Signori, a Treviso, dicono che per essere considerato del feudo devi essere nato dentro le mura. Sarà per questo che, soprattutto quest’anno, le squadre più famose del progetto Benetton sono state costruite sui muri della pallavolo, già campione d’Italia, sulla mischia nella palla ovale, già pronta per la finale scudetto di sabato a Padova contro il Calvisano, sulla difesa con lucchetti speciali calibrati da Ettore Messina nel basket che inizia stasera al Palaverde, contro Milano, la corsa di semifinale.
Fermiamoci pure al basket che nelle semifinali ritrova il soffio delle grandi città. L’Armani sfida stasera la Benetton; la Lottomatica Roma, giovedì, porterà alla sofferenza - lo stato mentale che piace di più in casa Fortitudo - la Climamio. Campionato alle fasi decisive e totalmente in mano al circuito televisivo Sky a cui bisogna essere abbonati per vedere. Solitamente si protesterebbe, in questo caso, gare anticipate di 15 minuti, ore 20.15; concomitanze letali schivate come quella di Milan-Liverpool chiedendo a Benetton e Armani di riposare un giorno in meno, il programma prevedeva la prima partita al mercoledì; utilizzazione dell’instant replay per evitare che gli arbitri finiscano sul «rogo Rosetti», uno che in 30 secondi e un monitor avrebbe salvato la propria reputazione.
Ma torniamo a questo Treviso-Milano che nasce nelle finte dichiarazioni al miele per non farci sentire tranquilli. Messina non sopporta intrusi nel castello e questo Lino Lardo che guida Milano viene da un mondo diverso, lo ha già sofferto quanto l’allenatore di Loano era a Reggio Calabria, rimediando da un due a zero, non lo ha spezzato quest’anno. Il pilota della barca Armani ha rispetto per l’allenatore italiano meglio pagato, ma se la sua predica sarà ascoltata anche da Singleton e McCullough, allora i Tuttiverdi, alla dodicesima semifinale della storia su 14 presenze nei play off, pur recuperando Bulleri, rassicurato dalla visita specialistica di Salisburgo, faranno bene a stare attenti.
Il nuovo orgoglio Armani, dopo il sacco di Cantù, fa suonare le sirene sulle Mura, alla porta Santi Quaranta, perché Djordjevic e McCullough non sono meno di Bulleri, Calabria non sembra inferiore a Siskaukas, Singleton non tanto indietro rispetto a Goree, Gigena tosto abbastanza per incatenare Garnett o reggere l’urto di Soragna.

Dipende dal confronto Marconato-Beard contro Blair e il supporto tedesco Schultze, poi ci sarà la variabile Bargnani e questa può decidere.

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